MESTRE - La città d'acqua delle piscine. Tra meno di un mese aprirà, infatti, la nuova struttura di Marghera, ma non è l'unica novità: il Comune, sfruttando i fondi del Pnrr, rifarà il look anche alle piscine di via Calabria e di Sacca Fisola, in attesa di decidere sul nuovo impianto che dovrebbe sorgere all'interno del Bosco dello Sport.
Su Marghera sembra quindi arrivata l'ora tanto attesa: entro la fine di marzo dovrebbe avvenire il taglio del nastro. «Il gestore ha vinto la gara, dovrebbe essere questione di settimane ormai - spiega il vicesindaco e assessore allo Sport Andrea Tomaello - la struttura, frutto di un accordo pubblico-privato, è ormai terminata, siamo agli ultimi dettagli».
VIA CALABRIA
Un po' più complessa la questione relativa alla struttura di via Calabria: la precedente gestione aveva avuto un contenzioso con il Comune e aveva lasciato la scorsa estate dopo aver perso la sfida davanti al Tar. «L'abbiamo affidata temporaneamente - continua Tomaello - adesso partiranno dei lavori di ristrutturazione da un milione di euro con cui rifaremo gli impianti, i filtri e realizzeremo una seconda vasca più piccola».
SACCA FISOLA E FAVARO
Lavori stanziati anche per la struttura di Sacca Fisola, in cui si rifarà il tetto, e a Sant'Alvise (qui in realtà più che la parte della piscina l'intervento interesserà soprattutto la palestra del centro Costantino Reyer). Per quanto riguarda Favaro, invece, difficile pensare a una riapertura a breve. «Servono fondi e delle ulteriori valutazioni sull'opportunità di quella struttura - continua il vicesindaco - in previsione di quello che succederà con il Bosco dello Sport. Se i privati volessero realizzare lì una piscina olimpica (e questa sarebbe la nostra speranza) a quel punto avrebbe poco senso investire su una struttura di quel genere».
Al momento le piscine nel territorio del Comune di Venezia sono 7: oltre alle quattro già citate, infatti, ci sono gli impianti del Lido, del parco Albanese e di via Olimpia. «Hanno passato un periodo difficile con il covid e la crisi energetica, ma ne stanno uscendo - conclude Tomaello - per tre anni abbiamo cercato di aiutarle esentandole dai canoni. Adesso speriamo che tornino presto ai numeri del pre pandemia».
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