Occupato l'ex cinema Piave: blitz del collettivo Lo.co

Martedì 9 Marzo 2021 di Paolo Guidone
Occupato l'ex cinema Piave: blitz del collettivo Lo.co
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MESTRE Sono partiti alle 9 di ieri mattina da piazzale Cialdini per dirigersi verso via Premuda.

Da qui hanno forzato l'ingresso e, muniti di scope, secchi e striscioni, hanno occupato fino al tardo pomeriggio gli spazi abbandonati dell'ex cinema Piave, pur sempre sotto il controllo delle Forze dell'ordine tenute al corrente dell'iniziativa. Un copione molto simile a quello già visto durante la recente occupazione dell'ex Cup di via Antonio da Mestre quello inscenato ieri dal Collettivo LoCo, insieme con il Coordinamento degli Studenti Medi di Mestre e Venezia, che ha pensato bene di festeggiare l'8 marzo, aderendo allo sciopero transfemminista e installandosi per un'intera giornata tra la platea e la galleria dell'ex cinema a luci rosse, un immobile abbandonato da quasi un decennio, posto sotto sequestro nel 2013 dal Tribunale di Venezia per porre fine a un presunto giro di prostituzione e in seguito messo in vendita dai proprietari in aste, l'ultima risale al 20 ottobre scorso, fin qui andate sempre deserte, pur essendo l'edificio libero da qualsiasi destinazione d'uso.


IL RECUPERO

I ragazzi e gli studenti che ieri si sono appropriati temporaneamente dello stabile in stato di abbandono, chiedono di riutilizzare l'ex cinema Piave, uno dei tanti buchi neri di Mestre, per farne un centro anti-violenza o una residenza protetta per le donne vittime di violenza. Dopo aver dato una ripulita ai locali interni, trovati in condizioni definite agghiaccianti, i giovani che hanno organizzato l'occupazione temporanea, hanno utilizzato l'ex cinema abbandonato per tenere assemblee pubbliche e incontri incentrati su tematiche femministe, mentre nel pomeriggio hanno allestito una vera e propria mostra fotografica dal titolo Le Rivoluzioni delle donne nel mondo. «Abbiamo deciso di riaprire uno dei tanti spazi abbandonati della nostra città. Questo e molti altri buchi neri di Mestre potrebbero essere recuperati e trasformati in spazi sicuri a disposizione dei giovani e delle donne che vivono nella nostra città - spiega Laura Pederzolli del Collettivo LoCo Questo era un cinema a luci rosse che è stato anche un luogo di prostituzione omosessuale ed al momento nessuno sa nulla riguardo a quello che potrebbe essere un suo possibile riutilizzo a beneficio della città e crediamo che ciò sia inaccettabile. Per questo chiediamo che spazi abbandonati come questo, siano recuperati e messi a disposizione di tutti». «Crediamo sia essenziale far rivivere gli spazi in disuso che in questa città sono tanti osserva Valentina Valerio del Coordinamento Studenti Medi e che potrebbero essere ristrutturati e riutilizzati per usi pubblici. Durante la pandemia molte donne hanno subito violenze domestiche solo perché non avevano uno spazio dove trovare un rifugio sicuro».


LE REAZIONI

Per il momento nessuno ha sporto denuncia nei confronti degli occupanti ma il blitz non è passato inosservato, provocando la reazione indignata del consigliere regionale e capogruppo di Fratelli d'Italia Raffaele Speranzon. «I soliti appartenenti ai centri sociali si permettono di occupare uno stabile per farne il loro spazio di propaganda commenta ovviamente fregandosene delle regole che valgono per tutti ma mai per loro. Questa è l'ennesima occasione in cui il popolo dell'estrema sinistra, dopo essersi autoeletto come incarnazione della vera democrazia ignora e calpesta i diritti dei cittadini. Tutti sono costretti a chiudere tranne loro, ma io sto con chi lavora e si sacrifica per il bene di tutti, non con chi usa solo la violenza e la prevaricazione per far valere il proprio pensiero, contando sull'impunità data dall'immobilismo complice di certe istituzioni». Secca la controreplica: «Siamo stanchi di questi vecchi politici poltroni. Si rimboccassero le mani come abbiamo fatto noi e si occupassero dei buchi neri della nostra città».

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