MESTRE - Se i negozi soffrono in centro, nemmeno nelle gallerie commerciali si brinda a champagne. Anzi, la crisi, la pandemia e, nel caso di Mestre, anche l'eccesso di offerta tra ipermercati e aree commerciali cresciute negli ultimi due decenni, mette a dura prova anche strutture che - vox populi - sarebbero in parte responsabili dell'ecatombe delle attività mestrine. Un esempio? Il piano superiore del Porte di Mestre, per quasi metà superficie tristemente desertificato, ma anche l'anno e mezzo di attesa alla Nave de Vero di Marghera dove solo adesso, dopo la chiusura della Coop nella primavera del 2021, si sta lavorando per l'arrivo di Primark, marchio di abbigliamento irlandese a basso prezzo adorato dai giovani.
Centri commerciali, nuovi interventi contro la crisi: alla Nave de Vero sbarca Primark
Basta salire le scale mobili del centro commerciale di via don Tosatto per rendersi conto della situazione. Nell'intera ala dove un tempo c'era il piano superiore del fu Auchan è rimasta solo la libreria Feltrinelli e poco altro.
Di certo, quindi, non è un periodo facile nemmeno per i centri commerciali. Ma il fatto che si facciano investimenti per ripensare il prodotto, è almeno un segnale di fiducia nel futuro. E anche nell'altra galleria commerciale della terraferma sono in corso lavori che proseguiranno per tutta l'estate, con l'obiettivo di riaprire in autunno una fetta sostanziosa della superficie commerciale. Alla Nave de Vero sta infatti per sbarcare Primark nello spazio ex Coop, accordo che riguarda questo centro commerciale e gli altri gestiti da Klépierre. Primark propone abbigliamento e articoli per la casa a prezzi concorrenziali e, finora, in Veneto ha un solo punto vendita a Verona. A differenza di quanto annunciato in passato, Primark si fermerà solo al piano terra, senza allargarsi a quello superiore dove dovrebbe restare Scarpe & scarpe, ma a fianco è stato ridotto lo spazio di MediaWorld per far spazio ai magazzini del nuovo marchio. Un ridimensionamento simile a quello del MediaWorld del Terraglio. Perché ormai soffrono tutti, anche le grandi catene dell'elettronica.
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