MESTRE - Quattro spaccate in due notti. E così a spaccio e accoltellamenti, in città, si aggiunge anche una nuova ondata di furti. Nuova per modo di dire: ciclicamente i ladri tornano in azione a Mestre come in ogni altra parte della provincia. È singolare, però, il metodo: tutti questi ultimi episodi hanno infatti visto il ritorno del grande classico del colpo col tombino.
Facciamo un passo indietro di 24 ore, sempre zona Piave/stazione. I ladri nella notte tra venerdì e sabato hanno colpito prima una vetrina di un'agenzia di servizi per stranieri: vetro sfondato e due computer rubati il bilancio del raid. Mentre in via Monte Nero, sempre a ridosso della stazione ferroviaria ma dalla parte opposta, il chiusino in cemento è stato scagliato contro le vetrate del ristorante Chicken Fly al civico 1. Stavolta però i malviventi di turno non sono riusciti a farsi strada ed entrare nel locale come avevano preventivato. In mattinata è stata la polizia locale a provvedere a sistemare il tombino.
Certo, è il periodo dell'anno in cui le giornate si accorciano e in cui i ladri hanno decisamente un arco temporale più vasto per entrare in azione. Il metodo, però, ricorda quanto accaduto a inizio dell'anno, quando ci fu un'altra serie concentrata di colpi col tombino. Anche allora diversi negozi si erano trovati la vetrina sfondata per un bottino talvolta inesistente o, in altri casi, di poco conto. In quei giorni la polizia aveva denunciato un quarantenne ucraino pizzicato in piena notte poco prima di lanciare un tombino contro il supermercato Aldi di via Don Peron. Modalità e tempi che coincidevano con quattro spaccate notturne avvenute a inizio della settimana precedente. Un anno prima, invece, erano finiti nel mirino i negozi di cellulari, sempre con lo stesso sistema delle vetrine sfondate: i colpi erano avvenuti in piazza XXVII Ottobre, piazzale Donatori di Sangue e in via Piave. Il bottino, però, allora era stato ben più consistente (considerato il valore della merce rubata), arrivando a sfiorare i ventimila euro.