Mestre. Anziano abusa di un 15enne, nel
capanno degli orrori riviste e preservativi

Martedì 26 Ottobre 2010 di Monica Andolfatto
Il capanno dove si è consumata la violenza (PhotoJournalist)
MESTRE (26 ottobre) - Un ricovero attrezzi adattato allo sfogo delle sue turpi voglie. Lo ha costruito lontano da occhi indiscreti, in un pezzo di terra che coltiva saltuariamente.




Forse inizialmente senza pianificare che quella baracca potesse trasformarsi nell'antro in cui attirava i ragazzini offrendo loro cinque-dieci euro per un aiuto nei "lavoretti agricoli". Una copertura pressoché perfetta che è stato possibile scardinare grazie alla segnalazione di un residente che per scrupolo, di fronte a uno strano viavai, ha pensato bene di chiamare il 112.



Una telefonata che ha permesso ai carabinieri di Mestre e della stazione interessata, di dare avvio ad accertamenti e riscontri sfociati, appunto, nell’arresto in flagranza di S.L., 69 anni, artigiano in pensione, sposato e con figli. Accusato di prostituzione minorile, davanti al gip Luca Marini che ne ha convalidato il fermo e ne ha disposto la custodia in carcere, si è avvalso della facoltà di non rispondere.



Mentre ai militari del Norm, che da alcuni giorni lo stavano tallonando da vicino con servizi di appostamento e di pedinamento in borghese e in divisa, nell’immediatezza dell’irruzione nel casolare aveva detto: «È stata una debolezza» riferendosi alla presenza in atteggiamenti inequivocabili di un ragazzino di appena 15 anni, straniero. Di quest’ultimo si sa solo che non era la prima volta che si appartava con l’anziano: ascoltato in audizione protetta da personale qualificato alla presenza di uno psicologo, ha raccontato degli incontri con quell’uomo tanto più grande di lui con cui si appartava in quel capanno. Poco più che bambini, gravi difficoltà economiche familiari ma anche personali, contesto sociale degradato: questo il "terreno di caccia" del pensionato che adescava le sue "prede" approfittando di quella che il codice penale definisce "minorata difesa".



Una branda, riviste pornografiche, preservativi e aggeggi vari per pratiche sessuali: prove inequivocabili del vero utilizzo di quel capanno e in maniera tutt’altro che occasionale. Le indagini, come hanno spiegato il capitano Salvino Macli e il tenente Claudio Martino, dovranno ora verificare se effettivamente ci siano altri minori coinvolti, ma anche altri adulti. «Né i familiari dell’indagato, né quelli dell’adolescente - ha puntualizzato Macli - erano a conoscenza del rapporto fra i due e le reazioni conseguenti, com’è comprensibile che sia, sono state di sconcerto, incredulità, rabbia, dolore da ambo le parti».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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