Mestre. Antonio, il signore degli orologi, chiude il negozio dopo 60 anni di attività: «I giovani non vogliono più imparare»

Domenica 8 Gennaio 2023 di Filomena Spolaor
Antonio, il signore degli orologi, chiude il negozio dopo 60 anni di attività: «I giovani non vogliono più imparare»

MESTRE - «I giovani non vogliono imparare il mestiere, sono più affascinati dal computer». Non nascondono l'amarezza le parole di Antonio Marchiori, titolare dell'orologeria di via Piave che chiude dopo quasi 60 anni di attività. Ha 85 anni, è nato a Mestre ed è vissuto nella zona dei Quattro Cantoni in via Bruno Nao. Ha aperto il negozio nel 1964 e decide di chiudere per anzianità, rimanere a casa con la moglie e riposarsi. Marchiori ha appreso il mestiere di artigiano quando aveva 16 anni nella ditta Mazzer in piazza Ferretto. È rimasto due anni, e dopo ha aperto un negozio di riparazione orologi alla Gazzera, che ha successivamente lasciato nei primi anni Sessanta per dedicarsi a una nuova attività arricchita dall'arte dell'oreficeria nel quartiere Piave, che una volta pulsava nel cuore di Mestre. «Si inizia imparando a riparare orologi manuali e meccanici con le lancette racconta l'artigiano le sveglie, per poi passare a quelli a pendolo e automatici.

Segue l'approccio agli orologi da polso con cronografo, e ho fatto anche dei corsi per quelli al quarzo».

IL RICORDO

Marchiori non ha mai avuto apprendisti e dipendenti, ha lavorato sempre solo e con clienti anche da fuori città. «Via Piave era la più bella di Mestre spiega l'artigiano Tante persone facevano una lunga camminata da piazza Ferretto alla stazione, c'erano diversi tipi di negozi. Ora si ha paura ad uscire sotto ai portici e sostare sul sagrato della chiesa, a causa delle frequentazioni pericolose. Quando ho inaugurato l'attività storica tenevo le porte aperte e vedevo facce buone, conosciute. I commercianti italiani rimasti sono pochi».
L'artigiano lascia l'attività con il rimpianto di non avere trovato nessun giovane intenzionato a imparare il mestiere, la cede a una società immobiliare. Lo stesso sentimento che provano un po' anche Paola Lugato e il marito Giancarlo Pistolato, che dopo 72 anni chiudono il negozio di mobili di antiquariato e oggettistica Antichità Lugato in via Terraglio a Marocco, che fino al 1993 era stato in via Miranese in zona Giustizia, proseguendo con un laboratorio di restauro di mobili e impagliatura sedie. «Mia moglie Paola ha cominciato da bambina a stare accanto al padre Angelo Guerrino Lugato racconta il genero Giancarlo Pistolato Lui faceva il falegname, e poi ha deciso di aprire un mobilificio. Costruiva mobili su misura, e li vendeva. Paola a 15 anni era la sua spalla e faceva la commessa, mente studiava. Avevano un dipendente, che consegnava mobili d'arte e di arredamento. C'era un po' di tutto, dalle cucine alle camere, si vendevano poltroncine, librerie, l'arredamento completo».
Purtroppo oggi nessuno acquista più mobili d'arte e oggettistica antica, così Giancarlo e Paola su indicazione dei loro clienti preferiscono continuare a svolgere attività artigianali più richieste, dedicandosi al restauro e all'impagliatura di sedie.
 

Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 09:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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