"Ponte della Libertà non più di 5 volte a turno, è stressante": battaglia sugli integrativi degli autisti che Actv vuole tagliare

Mercoledì 14 Aprile 2021 di Elisio Trevisan
Affollamento alla fermata della stazione di Mestre
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VENEZIA - Un autista dell’Actv non attraversa più di cinque volte il ponte della Libertà in un turno di lavoro. Perché? È stressante, e questo stress è stato codificato in uno dei tanti accordi integrativi che dagli anni ‘80 e ‘90 sono stati siglati tra Azienda e Sindacati. L’accordo “Ponte” o, se si preferisce, “Libertà”, è uno dei tanti che oggi Avm vuole eliminare perché, con la pandemia che ha cancellato i turisti dalla faccia di Venezia, Avm rischia il fallimento e quindi, per salvarsi, ha bisogno di recuperare produttività e flessibilità.
Questo ha ripetuto più volte al sindaco Luigi Brugnaro e all’intera Giunta, ai consiglieri comunali, al Prefetto e alla Regione, e questo la scorsa settimana ha ribadito anche l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, alla fine di un incontro con i Sindacati dei trasporti che chiedevano un intervento delle istituzioni per convincere Avm a ritirare la disdetta unilaterale degli accordi integrativi e la nuova organizzazione del lavoro imposta a partire dal 1.

aprile. 


REGIONE ALLINEATA
Anche la Regione, dunque, si è allineata con il Comune che ha dato il via all’operazione “disdetta degli accordi”, imponendo però tre cose ai vertici di Avm: nessun licenziamento, garanzia dei servizi offerti ai cittadini e mantenimento “in house” dell’Azienda, vale a dire in mano pubblica. Dopo il confronto in Regione, così, si è ripetuto lo stesso schema dei giorni precedenti: i Sindacati si sono divisi, con la Cisl che continua a trattare (lunedì 12 ha fatto il terzo incontro con Avm), Uil e Ugl che si accodano ma solo per i 250 dipendenti di Avm e i 250 di Vela, e gli altri (Cgil, Faisa Cisal e Usb, ma anche Uil e Ugl per i 2600 dipendenti di Actv) che restano in trincea, ormai a due mesi e mezzo dalla disdetta unilaterale degli integrativi. Una situazione che fa tornare alla memoria quel che accadde nel 2017 quando la sola Cisl Funzione Pubblica siglò l’accordo integrativo per i circa 3 mila dipendenti del Comune di Venezia; poi ci vollero due anni per arrivare ad un nuovo accordo generale, approvato con un referendum dalla maggioranza dei lavoratori e firmato da Cgil, Csa, Uil e Rsu, e per riportare la pace nell’Amministrazione. 


RISCHIO FALLIMENTO
Il fatto è che questa volta non c’è così tanto tempo, appunto per il rischio fallimento, e la vertenza non è popolare come fu quella dei comunali: e ci sono lavoratori e sindacalisti di altre categorie falcidiate da crisi, cassa integrazione e licenziamenti che, magari a bassa voce e come battuta, commentano di non essere così fortunati come i dipendenti Actv pur apprezzando l’impegno nel garantire comunque i servizi di trasporto.


TURNI, FERIE E SOSTE 
Non è solo una questione economica perché l’esempio dell’accordo “Ponte della Libertà” è solo uno dei tanti. Gli autisti che hanno maturato una certa anzianità, per citare un altro accordo, possono scegliere di guidare solo per la metà di un turno e dedicare l’altra metà a controllare i biglietti negli altri bus, senza essere a loro volta controllati. E, ancora, c’è un patto che assicura agli autisti di non effettuare l’intero turno sulla stessa linea di trasporto, sempre perché è considerato stressante, e causa di perdita di concentrazione alla guida.
Se Actv vive praticamente per buona parte grazie al turismo, che notoriamente (esclusa l’epoca della pandemia) arriva soprattutto d’estate, ma in base ad alcuni accordi integrativi i dipendenti possono fare le loro ferie d’estate; di conseguenza l’Azienda assume circa 180 stagionali più circa 50 in Vela. Ci sono poi le “ferie flessibili”: in base a un altro accordo, se un lavoratore prende 15 giorni di ferie e alla fine non è ancora riposato, può chiamare in Azienda 48 ore prima della scadenza e chiedere di restare a casa altri 5 giorni. Mediamente durante un turno su un bus urbano un autista guida 4,20 ore, sul tram 3,56 perché, quando venne inaugurato il primo tratto nel dicembre 2010, era considerato un impegno più stressante. I colleghi autisti delle aziende di Treviso, Padova e Vicenza, ad esempio, guidano mediamente tra le 5,19 e le 5,31 ore per turno. A differenza di altre aziende di trasporto, le soste fisiologiche e quelle per il pasto non sono a “tempo lavoratore” ma a “tempo aziendale”, vale a dire che è come se, mentre vanno al bagno o a pranzo, stessero lavorando. Infine, in Actv i buoni pasto sono da 9 euro l’uno (a Treviso valgono 8 euro, 4 euro a Padova e 5 a Vicenza), ma da noi i lavoratori li prendono tutti i giorni e non sono legati ai turni che prevedono la sosta per il pasto.
 

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 09:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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