Mestre, un altro accoltellato, ubriaco insanguinato nella pizzeria-kebab in via Cappuccina

Martedì 8 Novembre 2022 di Nicola Munaro
foto di repertorio
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MESTRE - L'ultimo episodio di sangue, domenica sera: nella pizzeria-kebab 2020 in via Cappuccina è entrato un uomo, aveva un braccio sanguinante ed era ubriaco. È rimasto nel locale pochi secondi, giusto il tempo di farsi vedere anche da alcuni minorenni che aspettavano il loro panino o il trancio di pizza e poi è scappato di corsa.

Cosa sia successo prima, e dove, lo stanno cercando di capire gli agenti della polizia. E intanto ieri mattina un altro spacciatore è stato arrestato nelle zone del sottopasso di via Dante.


L'INTERROGATORIO
Intanto ieri è stato convalidato l'arresto e confermato il carcere per Sadem Buoyahia, 31 anni tunisino irregolare e senza fissa dimora, accusato di tentato omicidio per aver ferito - giovedì sera - un ventiquattrenne mestrino, studente di Chimica, intervenuto a difesa dei titolari del bar Arcobaleno di via Aleardi.
Ma è con la chiave di volta data dal suo nome e cognome, e dal suo identikit certo, che gli agenti ora sono ripartiti per riannodare i fili con il passato: ci sono almeno altre tre aggressioni all'arma bianca nelle ultime settimane a Mestre che restano - al momento - irrisolte. Modalità, movente e luogo dell'azione (coltello, aggressione senza uno scopo specifico e strade nel perimetro del Rione Piave) coincidono con il modus operandi di Sadem Buoyahia che giovedì sera, ubriaco, dopo ave accoltellato il giovane studente arrivato a difesa dei baristi, aveva colpito al gluteo anche un trentacinquenne della Nuova Guinea trovato sulla sua strada. Tutti tasselli che la polizia cercherà di far combaciare per ricostruire la scia di violenta che ha percorso (e sta percorrendo) Mestre negli ultimi mesi.
Una settimana fa infatti, nel sottopasso di via Dante, veniva ferito ad un gluteo un diciassettenne: stessa zona dal corpo dov'è stata colpita la seconda vittima del giovedì di follia messo in scena dal trentunenne tunisino, arrivato nel Veneziano otto anni fa, con qualche precedente di polizia come furti, resistenze a pubblico ufficiale e spaccio. Oltre all'aggressione in via Dante si starebbero accendendo i riflettori su altri due accoltellamenti a nordafricani nella zona di via Piave.
E poi, la stessa sera, l'1 novembre, c'è il pestaggio della dipendente del bar Da Ettore di via Palazzo che su Facebook - e alle forze dell'ordine - aveva raccontato di essere stata inseguita in via Cappuccina da un nordafricano ubriaco che l'aveva colpita a calci e pugni e fatta cadere dalla sua bicicletta. Se si sia trattato di Sadem Buoyahia è quanto gli investigatori vogliono capire.
Il clima, intanto, ribolle: in meno di due settimane ci sono stati 7 accoltellamenti, e al trentunenne tunisino al momento possono essere attribuiti solo gli ultimi due. Gran parte degli altri sarebbero legati al fenomeno endemico di Mestre: lo spaccio di stupefacenti. Una lunga scia di sangue a partire da un giovane tunisino ferito durante un Festival al parco della Bissuola, passando per altri giovani nigeriani accoltellati tra via Piave e piazzale Giustiniani. Una lotta tra bande rivali con insiemi e sottoinsiemi vari: da una parte la dicotomia atavica dello spaccio di via Piave, tunisini e nigeriani. Diverso invece il discorso legato alla faida interna tra nigeriani: ultimamente, un nuovo gruppo starebbe cercando di soppiantare i vecchi. Una nucleo deciso e violento: le coltellate erano tutte tra collo e torace. Fendenti, dunque, che puntavano a uccidere.

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Ultimo aggiornamento: 09:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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