Accoltellamento a Mestre: «Quell'individuo era una furia, voleva uccidere». Il racconto choc del titolare del bar

Sabato 5 Novembre 2022 di Davide Tamiello
Accoltellamento a Mestre: «Quell'individuo era una furia, voleva uccidere». Il racconto choc del titolare del bar

MESTRE - «Era una furia, voleva ucciderlo». È il racconto di L., giovane titolare, insieme al fratello, del bar Arcobaleno di via Aleardi.

Sadem Buoyahia, il 31enne tunisino arrestato dalla polizia con l'accusa di tentato omicidio per aver accoltellato un ragazzo di 24 anni, ha dato il La alla sua serata di follia proprio all'interno del loro locale. Una follia che solo per una questione di centimetri e minuti non è finita in una strage. «È arrivato intorno alle 19.30, era completamente ubriaco - racconta - ci ha chiesto di dargli da bere e ci siamo rifiutati. A quel punto ha reagito male, malissimo: prima ha lanciato delle patatine, ci ha ricoperto di insulti, poi ha iniziato a scagliare delle bottiglie in giro per il locale. No, non era un nostro cliente, non l'avevamo mai visto». Era un loro cliente invece M., il 24enne mestrino che, visto quello che stava accadendo, ha deciso di intervenire. «Stava bevendo lo spritz, è entrato e gli ha chiesto cosa stesse succedendo. I due si sono spintonati e sono finiti fuori, a un certo punto abbiamo sentito un urlo e il ragazzo è fuggito con quell'uomo che lo inseguiva». È quello il momento in cui il 31enne tunisino ha estratto il coltello e sferrato il colpo all'addome del giovane. «Non ce ne siamo accorti subito, poi M. è rientrato nel bar e si è chiuso dentro il bagno. Il suo aggressore aveva il coltello in mano e l'ha seguito ancora, voleva andare a prenderlo anche lì. Solo mio fratello e un altro cliente sono riusciti a bloccarlo e a farlo desistere. A quel punto è fuggito, è scappato».

I SOCCORSI

È in quel momento, però, che i titolari del locale e gli amici del giovane si sono resi conto che era stato ferito. «È uscito dal bagno e si teneva la ferita, perdeva molto sangue - continua L. - abbiamo cercato di bloccare l'emorragia mentre una sua amica ha chiamato i soccorsi. Per fortuna oggi abbiamo saputo, proprio dalla sua amica, che il ragazzo sta meglio ed è fuori pericolo, anche se dovrà passare ancora del tempo prima che possa essere dimesso dall'ospedale». Il 24enne, come spiegano dall'Ulss, si trova in terapia intensiva ma il peggio è passato. È debole perché ha perso molto sangue, ma ce la farà. L'altro giovane africano ferito, un 35enne guineano, ha riportato una lesione lieve a un gluteo. Nulla di grave, dunque: è stato dimesso già ieri mattina.

I PRECEDENTI

Buoyahia al bar non l'avevano mai visto, ma la sua fama lo aveva comunque preceduto. «Da noi non era mai venuto, lo confermo - prosegue L. - ma sapevamo che stava passando tutti i locali della zona. Qualcuno gli aveva dato da bere, qualcun altro no. Quando qualcuno rifiutava, dava sempre in escandescenza. Era ora che lo prendessero, c'era più di qualche signora che mi diceva di aver paura di incontrarlo. Aveva picchiato altre persone? Non lo so, di questo non avevo sentito ancora parlare».

«SIAMO SEMPRE ATTENTI»

I due giovani cinesi gestiscono il bar Arcobaleno da sei anni e, in questo lungo periodo, non si erano mai trovati ad avere a che fare con guai di questo genere. «Siamo sempre attenti a selezionare la clientela, a non lasciare spazio alle persone che sembrano dei delinquenti. Però è sempre più difficile perché in questa zona gira sempre più brutta gente. Fino a qualche tempo fa non era così, le cose sono peggiorate nettamente nell'ultimo anno». Tanti dei poco raccomandabili arrivano dai giardini di via Tasso. «I venditori, quelli che rubano in giro per andare a rivendere le cose alle badanti passano di continuo, bisogna sempre stare attenti - prosegue - e poi ci sono ubriachi, sbandati. Noi cerchiamo sempre di difendere il nostro lavoro e i nostri clienti, cerchiamo di non rispondere male chi si presenta con cattive intenzioni per non aizzarlo. Con calma e fermezza aspettiamo e un po' alla volta riusciamo a mandarlo via, ma non sempre è facile. Il caso di giovedì sera ne è un esempio. Speriamo di non rivedere mai più questo personaggio».

LA ZONA

Che l'area di via Aleardi abbia subito, negli ultimi tempi, un degrado improvviso è alla luce del sole. «Gli spacciatori qui ormai ne fanno di tutti i colori - commenta sconsolato un residente - quando arrivano le pattuglie si dileguano e troviamo dopo poche ore le dosi di droga nascoste vicino ai bidoni dell'immondizia». Un'area che la questura, pochi mesi fa, aveva passato al setaccio in una operazione che ha aveva messo sotto torchio soprattutto i locali, ritenuti il punto di ritrovo dei pusher. Il questore, allora, ne aveva chiusi tre proprio per questi motivi.
 

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