I messaggi no vax nella chat del Comune: «Come l'Olocausto»

Giovedì 27 Gennaio 2022 di Tomaso Borzomì
Dario Calimani, presidente della Comunità ebraica veneziana, condanna le chat di Altana
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VENEZIA - I “no vax” come gli ebrei durante l’Olocausto.

Il paragone che anche Dario Calimani, presidente della comunità ebraica di Venezia, ha stigmatizzato nel suo discorso alla Fenice domenica, continua a girare sui social. E questa volta nella chat dei dipendenti, dirigenti e politici del Comune di Venezia: l’intranet Altana.


LE FRASI
E proprio alla vigilia della Giornata della memoria ecco che da Altana escono messaggi choc con paragoni ai tragici destini degli ebrei durante la Shoah. Frasi del tipo: «Come con gli ebrei al tempo di Hitler e Mussolini non posso prendere gli autobus per una ca***ta che non ha nessuna validità scientifica. Ma credi davvero che i colleghi siano solidali? Ma quando mai sono corsi tutti a vaccinarsi come pecore per paura di morire cosa che avverrà lo stesso perché è il destino di ogni essere vivente». 
Oppure parallelismi con l’espulsione dalle scuole subita dagli ebrei: «Dai primi di gennaio mio figlio ha sentito la stessa frase. Mi spiace. Non puoi più allenarti con noi. Non sei vaccinato. Anche mia figlia, mi spiace. Non puoi montare in autobus. Non sei vaccinata…Sono sicuro che questi due inizi, seppur simili, sono due punti di partenza di storie che finiranno molto diversamente». 
E ancora: «Non esistono né stati di emergenza né “evidenze scientifiche” che autorizzino alla discriminazione a norma di legge», mentre la sicurezza è definita da un utente: «pseudo-sicurezza fallimentare». Emblematico il commento di un altro frequentatore della chat: «Chi sta in silenzio è complice». Non manca la piega “razzista al contrario”, cioè quella rivolta verso i no-vax: «Non riesco davvero ad accettare che tutte le persone che conosco che per motivi anche diversi non si sono sottoposte al trattamento sanitario in questione debbano esser guardate con odio e sospetto, evitate, denigrate, considerate cittadini di serie B se non addirittura sub-umani».


LA REPLICA
Dario Calimani non ci sta e lo ripete: «Non so più che dire. È un paragone spregevole quello che usano i no-vax nell’indossare gli stracci e mostrare la porta di Auschwitz. Ma lo inserisco in un contesto più ampio: è uno dei peggiori modi di sminuire e ridicolizzare sei milioni di morti (di cui 1,5 milioni di bambini). Appropriarsi della memoria di una tragedia per una banalità: non si può paragonare nel credere al vaccino alla libertà di entrare in una camera a gas. È una ridicolizzazione, una presa in giro della Shoah, un fatto diseducativo e un’incapacità di fare logica». 
Il timore del presidente della comunità ebraica è la deriva “semplicistica”: «Così si banalizza tutto e si cancella il ricordo. Hanno diritto di dire quello che vogliono ma non di diventare antisemiti o sfregiare la memoria di chi è morto per niente, ci vorrebbe un po’ più di civiltà. Ci sono le leggi dello Stato e hanno il dovere di rispettarle, altrimenti la convivenza diventa impossibile. Memoria non è rendere onore, ma dire che siamo convinti che sia stato orrendo ed evitare che si crei di nuovo».

Ultimo aggiornamento: 07:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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