Maniero: «Voterò no alla riforma Mes, ecco perchè. Altri dissidenti: è questa la linea 5Stelle»

Lunedì 7 Dicembre 2020 di Alda Vanzan
Alvise Maniero deputato veneziano dei 5Stelle
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Alvise Maniero, deputato veneziano del M5s, già sindaco del Comune di Mira, non ha dubbi: «Se qualcuno sarà così scriteriato da portare in aula quella riforma del Mes, io voterò no.

Sarà mica questa la priorità nazionale! Rafforzare il Mes nel pieno della pandemia minacciando la crisi del Governo?».

Onorevole Maniero, quindi lei è un dissidente? «Dissidente da cosa? La linea del Movimento 5 Stelle è da sempre contraria all'approccio del Mes, dell'Europa che commissaria stile Grecia o che riforma il Mes per rafforzarla ancora di più in quel lavoro e nel fare subito danni all'Italia indipendentemente che l'attivi o meno. Sappiamo che dal 1° gennaio 2022 questa riforma obbligherebbe il nostro Paese, come gli altri, a emettere centinaia di miliardi di titoli di debito all'anno con delle clausole molto pericolose che li renderebbero più rischiosi e quindi più soggetti allo spread sul mercato».

Quindi i dissidenti sono altri? «La linea che noi difendiamo è quella che il Parlamento ha ribadito, sostenendo il premier Conte, esattamente come lo sosteniamo noi, con lo stesso indirizzo e addirittura con due maggioranze diverse: la precedente che aveva dentro la Lega e l'attuale con il Pd, Italia Viva, Leu. A me pare che l'unico dissidente sia chi fa strappi in avanti rispetto alla linea del Parlamento che Conte ha portato avanti magnificamente. Semmai noto da un paio di giorni dichiarazioni minacciose di esponenti politici - Amendola, Delrio, Orlando - per non dire di Renzi che ha detto che se non passa il Mes 2, cioè la riforma del Mes, cade il governo. Quindi abbiamo forze politiche che pur di avere il Mes 2 minacciano di far cadere Conte nel pieno della pandemia. Sono senza parole di fronte a dichiarazioni del genere, spero si ritorni nel solco di quanto deciso dal Parlamento».

Il capo politico del M5s, Vittorio Crimi, non la pensa come lei. «Crimi ha detto che il M5s voterà compatto la riforma del Mes. Peccato che il programma elettorale del M5s preveda di smantellare il Mes, non di rafforzarlo. E poi c'è il Parlamento che per ben due volte ha votato una cosa diversa. Io non lo so perché siano state dette quelle cose, ma so che non le possiamo fare. Tra l'altro con la pandemia è diventato tutto anacronistico, nessun paese europeo, neanche la Germania, ha i parametri per rispettare il patto di stabilità. La riforma del Mes, invece, prende quei parametri del patto di stabilità e il fiscal compact, li rafforza e li eleva a discrimine tra paesi virtuosi e paesi lassisti: i primi possono accedere all'aiuto del Mes riformato sulla base di una dichiarazione di intenti, i secondi si devono cuccare il trattamento della Grecia».

E Di Maio? «Di Maio ha detto che è una riforma peggiorativa, negativa. Spero che anche Di Maio espliciti che non va votata. L'anno scorso è stato merito suo se abbiamo trattato fino alle tre di notte e ribadito che non si firmava».

Mercoledì si vota, nel M5s si susseguono le riunioni: cosa state decidendo? «Abbiamo riunioni continuamente, sono giorni che siamo in riunione, ma il punto è solo uno: quella riforma il Parlamento ha già detto che non va firmata se non a certe condizioni, condizioni che però non ci sono. Non è cambiato nulla, quindi non si firma, punto. Semmai sono aumentate le ragioni del no».

E se cade il Governo? «Voglio proprio vedere chi è che minaccia una cosa del genere nel pieno della pandemia. Buttano giù Conte per una riforma peggiorativa? Lo spiegheranno agli italiani». 

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