Ca’ Letizia. Il Patriarcato sposta la mensa dei poveri

Giovedì 24 Ottobre 2019 di Alvise Sperandio
La casa di via del Gaggian, all’altezza della tangenziale, dove verrebbe spostata la mensa dei poveri
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Il Patriarcato pensa di spostare Ca’ Letizia all’ex casa per migranti di via del Gaggian alla Cipressina. «Il patriarca si è innamorato di quel posto», confida un collaboratore mentre da via Querini, dove la mensa funziona da più di cinquant’anni e l’annuncio del trasferimento fa discutere, qualche volontario si dice preoccupato: «Molti di noi hanno una certa età, come faremo ad andare fino a lì? E siamo sicuri che quel luogo sia il più adatto a dare una risposta ai poveri?». Insomma, si riaccende il dibattito sul futuro della mensa fondata nel 1967 da don Armando Trevisiol e da sempre meritoriamente gestita dalla San Vincenzo mestrina, grazie a tanti benefattori e a costo zero per la diocesi così come per il Comune. Nei giorni scorsi il vicario episcopale per gli affari generali, don Fabrizio Favaro, ha nuovamente confermato che Ca’ Letizia non può più stare in via Querini: «Vogliamo anche essere attenti al grido di tanti fedeli e di buona parte della società civile della zona, dicendo che vediamo anche noi i  problemi che sono sotto gli occhi di tutti», ha dichiarato. Il patriarca Francesco Moraglia, che ha sempre raccomandato di non nascondere le povertà e da principio si era opposto a spostare la mensa, alla fine ha aderito alla richiesta del comitato di alcuni residenti che lamentano problemi di degrado, e del sindaco Luigi Brugnaro che da tempo auspica lo spostamento. «Siamo disponibili a ripensare quel servizio di carità nella zona della terraferma mestrina – ha sottolineato don Favaro –. Pensiamo che debba avere sede in un quartiere meno urbanisticamente sensibile del centro di Mestre e, al contempo, che sia pensato in forme nuove». Quale, dunque, la destinazione? La preferenza sarebbe per la struttura di via del Gaggian, laterale della Castellana, più o meno all’altezza della tangenziale. 
LA SCELTA La proprietà è dell’Opera Santa Maria della Carità che ha qualche debito nei confronti della diocesi e potrebbe cederla in cambio di una parziale compensazione. Fino qualche anno fa l’immobile era stato utilizzato per far fronte all’emergenza migranti, non senza gravi problemi legati al sovraffollamento e a condizioni di sicurezza e igieniche precarie. Terminata l’accoglienza l’edificio era stato restituito praticamente distrutto e oggi è abbandonato a se stesso, ritrovo di sbandati alla ricerca di un rifugio notturno. La ristrutturazione sarebbe imponente. È in posizione decentrata e, per raggiungerlo, chi non ha l’auto deve percorrere a piedi quasi un chilometro dalla prima fermata utile degli autobus. C’è chi sostiene che il Comune sarebbe disponibile a creare una nuova viabilità dalla rotonda sotto la tangenziale o comunque a garantire un servizio di navetta. 
LA GESTIONE  Resta, poi, da capire se la mensa continuerà ad essere gestita dalla San Vincenzo che finora non sarebbe neppure stata interpellata. Molti volontari, anche anziani, potrebbero cedere il passo davanti alla difficoltà nello spostarsi. A quel punto la mensa potrebbe passare in capo alla Caritas, ma sarà da vedere con quali forze potrebbe condurla. L’annuncio della nuova sede potrebbe arrivare per Natale, il tutto mentre la diocesi dovrà decidere anche cosa fare del centro pastorale papa Luciani di via Querini. Il Patriarcato fa sapere che “ad oggi non c’è nessun progetto di vendita, anche se l’edificio ha bisogno di una riqualificazione e di un ripensamento; ma questo non è all’ordine del giorno”. 
Ultimo aggiornamento: 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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