Post con "Meloni a testa in giù", il prof: «Sono io l'aggredito», lei: «Si scusi»

Domenica 30 Maggio 2021 di Nicola Munaro
Post con "Meloni a testa in giù", il prof: «Sono io l'aggredito», lei: «Si scusi»
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VENEZIA - Il giorno dopo non è certo quello del silenzio attorno al post del ricercatore di Ca’ Foscari, Simon Levis Sullam, che su Facebook aveva pubblicato un’immagine del libro di Giorgia Meloni a testa in giù accompagnando l’immagine scattata alla Feltrinelli Express della stazione di Firenze con la frase «Nelle librerie Feltrinelli può capitare» per poi rispondere ad un commento con «Pazienza è temporaneo - solo un po’ di mal di testa!». Ieri intanto dal professore è arrivata la conferma: «La foto non è mia», ha precisato.
Ma le polemiche non si placano anche perché la risposta del prof ha chiamato di nuovo in causa la stessa leader di Fratelli d’Italia che ha commentato, ancora su Facebook, la posizione del docente, chiedendo le sue scuse, invece che sentirsi lui offeso. Non solo: dalla sinistra veneziana c’è la volontà di chiudere le polemiche archiviandole come uno scivolone, per di più riuscito malissimo, da parte del docente mentre gli studenti universitari hanno puntato il dito contro la rettrice di Ca’ Foscari, Tiziana Lipiello, che annunciava provvedimenti così ieri, invece che assistere ad un ritorno in acque calme, si è vissuta una giornata all’insegna del tutti contro tutti.

IL BOTTA E RISPOSTA
Il primo scontro è tra Levis Sullam e Meloni. In una nota il professore associato di Storia contemporanea a Ca’ Foscari, ma con una cattedra in passato anche a Oxford, spiegava «che il mio post è stato erroneamente interpretato e fatto oggetto di strumentalizzazione politica. Quale docente e studioso coinvolto in progetti di ricerca nazionali e internazionali sul linguaggio politico, specie delle destre e le loro tradizioni ed esperienze politiche in Italia nel ‘900 incluso il fascismo, sono da tempo impegnato nell’analisi e nel contrasto di queste retoriche, sia sul piano storico che nelle loro manifestazioni più recenti nei media e nei social media. La pericolosità di queste retoriche è confermata anche da questo minimo episodio, in cui si è capziosamente aggredito attraverso i social media uno studioso e, più in generale, il sistema accademico e della ricerca».
Una presa di posizione commentata - sempre via Facebook - dalla diretta interessata. «Il professore universitario che ha mostrato divertito la mia immagine a testa in giù - scriveva Meloni - invece di scusarsi ha dichiarato che è stato “erroneamente interpretato” e “fatto oggetto di strumentalizzazione politica”. Ci illumini, professore: cosa intendeva? È d’accordo con quel gesto? La violenza le sembra un messaggio adeguato da insegnare ai suoi alunni?».

GLI STUDENTI
Chiamata indirettamente in causa, l’Unione degli studenti Universitari (Udu) di Venezia, sempre via social, spostava il campo schierandosi contro la rettrice di Ca’ Foscari, Tiziana Lippiello, rea di aver parlato di «sgradevole incidente» e, dissociandosi, si riservava «di valutare tutti i passi necessari a fare chiarezza».

Parole inaccettabili per l’Udu: «Cara rettrice - si legge - i provvedimenti andrebbero presi in difesa della libertà di espressione e della lotta contro il fascismo. Queste dichiarazioni sono assolutamente avvilenti: noi ci teniamo a prendere le distanze dalle accuse di Fdi e dall’ipocrisia della Lippiello e a dichiarare la nostra solidarietà per il professore e per tutte quelle persone che non hanno paura di riconoscere il fascismo, quando lo vedono».


LA POLITICA
Uniti nel considerare quel post come uno scivolone di cattivo gusto i protagonisti della politica di centrosinistra di Venezia. «Poteva risparmiarselo questo è certo - taglia corto il deputato Pd, Nicola Pellicani - ma non possiamo vedere odiatori seriali dietro ogni post. Altrimenti non si fa altro che alimentare una pericolosa cultura di violenza di cui purtroppo sempre più spesso si nutrono i social». 
Sulla stessa linea anche Giorgio Dodi, segretario comunale del Pd a Venezia: «Ho trovato il post non proprio di buon gusto anche per il ruolo pubblico del professore, ma mi sembra che se ne stia facendo un caso al di là di quello che è - commenta - La rettrice? Credo che debba prendere una posizione come istituzione ma penso che poi si chiuderà lì». E Michele Mognato, già parlamentare democratico e vicesindaco in laguna: «Conosco il professore e ne ho la massima stima. Non è rivolto alla Meloni ma che ci siano manifestazioni fasciste e simboli nazisti anche oggi in Italia l’abbiamo visto tutti, purtroppo. Al di là della critica alla rettrice che è una scelta degli studenti su cui non entro - conclude - è positivo che ci siano tanti giovani che reagiscono a un clima che tende a non ricordare cos’è successo».

Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 13:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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