MESTRE (Ve) - Quanto il telefono, in questo particolare momento di emergenza sanitaria Covid, sia di vitale importanza per un medico, è ben noto a tutti. Tranne, forse, a qualche gestore di telefonia, visto che a due mesi dalla stipula del contratto un ambulatorio medico di Mestre non può ancora disporre della linea telefonica.
Incredibile l'odissea della dottoressa Serena Berton, medico di base, subentrata al dottor Maurizio Scassola nell'ambulatorio di via Ciardi dal gennaio di quest'anno. «Già a novembre 2019 - spiega la dottoressa - assieme al collega Scassola che a fine anno sarebbe andato in pensione, abbiamo inviato a Fastweb il modulo per il trasferimento del contratto.
La vicenda, di questo passo, si è trascinata fino a giugno scorso quando il gestore, sette mesi dopo la richiesta, ha comunicato che a causa di un errore del sistema il trasferimento dell'utenza non si sarebbe potuto fare. A quel punto viene inviata la disdetta del contratto e ad agosto interrotta ufficialmente la linea. Ma se fino ad allora, bene o male, un telefono c'era, da questo momento in avanti le cose vanno ancora peggio, perché dall'1. settembre scorso, data in cui la dottoressa Berton ha stipulato un nuovo contratto con Wind 3, la linea non è ancora stata attivata.
«Mi era stato promesso che nel giro di un mese avrei avuto la linea - prosegue -, tanto più che ho fatto presente che si tratta di uno studio medico con oltre 1500 pazienti e che sarebbe stato opportuno, per non creare disagi agli assistiti, molti dei quali sono molto anziani, mantenere il numero che c'era in precedenza. Ebbene, sono passati due mesi e ancora nessuno s'è visto. Sabato scorso, 24 ottobre, dopo che mi era stato preannunciato con un Sms che un tecnico sarebbe passato in ambulatorio tra le 14.30 e le 16.30, ho atteso invano per tutto il pomeriggio dopo che l'intera mattinata l'aveva trascorsa a somministrare vaccini. Ho scritto al sindaco Luigi Brugnaro e anche al presidente della Regione Luca Zaia facendo presente che di questi tempi il telefono è di estrema importanza, ma nulla è valso. Sono ancora qui ad aspettare - conclude sconsolata - e con me i miei pazienti, i veri danneggiati da questa assurda odissea».