Primo medico di famiglia morto in Veneto: «Al lavoro fino al giorno prima del suo ricovero»

Venerdì 10 Aprile 2020 di Luisa Giantin
Samar Sanjab il medico di Borbiago e i figli entrambi medici

MIRA «Probabilmente mia mamma era asintomatica, poi improvvisamente tutto è precipitato. Forse ha contratto il virus da qualche paziente asintomatico, nonostante avesse adottato da subito tutti gli accorgimenti previsti». Rafi El Mazloum è il figlio di Samar Sanjab il medico di Borbiago deceduta all'ospedale di Treviso ieri mattina. E' lui, medico legale che insieme alla sorella Dania, pediatra, ha seguito la mamma nella malattia. Dopo aver scoperto il contagio della madre, a seguito del ricovero all'ospedale il 6 marzo, sia lui che la sorella si sono sottoposti al tampone, lui risulta negativo mentre la sorella in un primo tempo è risultata positiva ma con l'ultimo tampone ha appreso di essere negativizzata.

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IL CALVARIO
«Dal 22 febbraio, ossia dal primo caso di coronavirus registrato a Mira, - racconta El Mazloum mia madre ha sempre usato i dispositivi medici previsti per proteggersi e proteggere i suoi pazienti, ma non ha mai avuto alcun sintomo. E' sempre stata attenta e ha visitato fino al giorno prima del ricovero». Il 6 marzo la dottoressa Samar ha mostrato improvvisamente delle difficoltà respiratorie e i sintomi di una possibile polmonite, per questo con i famigliari, ha deciso di sottoporsi immediatamente ad una radiografia, effettuata in tutta fretta a Treviso. «Siamo andati al Ca' Foncello e quando abbiamo visto la lastra non abbiamo avuto dubbi ricorda il figlio. Il quadro polmonare era talmente compromesso che l'unica strada era il ricovero immediato, così è rimasta a Treviso. Nel corso di queste ultime settimane ci sono stati momenti nei quale abbiamo pensato potesse riprendersi, ma i medici che la curavano parlavano anche della possibilità di poterla intubare invece. Alla fine tutto è precipitato negli ultimi giorni, le sue condizioni si sono aggravate ed è spirata».

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LE CAUSE DEL CONTAGIO
Sulle cause del contagio, come per moltissime altre situazioni, le ipotesi sono le più svariate ma nulla è certo. Il fatto è che a Borbiago attualmente ci sono ben 4 decessi per coronavirus compresa la dottoressa e il rispetto della privacy al momento non permette di verificare se c'è un possibile legame tra i quattro decessi. «Dopo il ricovero abbiamo ricostruito, come da prassi, l'attività professionale e lavorativa di mia madre ricorda El Mazloum ma a parte un'occasione nella quale mi ha accompagnato a Trieste la sua vita la passava in ambulatorio. Probabilmente è stata a contatto con qualche paziente asintomatico ma al momento è impossibile saperlo. Lei avrebbe dato la vita per i suoi assistiti».
DEDIZIONE
Una dedizione al lavoro che ha trasmesso al figlio che ieri, dopo aver fissato le esequie della madre, ha comunque incontrato alcuni suoi pazienti che necessitavano di cure. «Lei era legatissima ai suoi pazienti e finiva per creare un contatto che andava oltre il rapporto paziente-medico afferma Rafi El Mazloum. - Mi piacerebbe proseguire la sua attività ambulatoriale ma devo ancora conseguire l'abilitazione a medicina generale, e non so se potrò dare il mio contributo, a lei comunque avrebbe fatto piacere».
L.Gia.
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Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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