VENEZIA - Continua l'esodo dei medici dell'Ulss 3 Serenissima verso i privati e verso la libera professione.
COMBINAZIONE DIABOLICA
Da due anni, poi, è subentrata quella che si potrebbe chiamare la combinazione diabolica: alla coperta corta degli organici, determinata da errori nella programmazione statale che si trascinano non da ieri ma da anni, si è aggiunta l'emergenza Covid con un consistente incremento dei carichi di lavoro, almeno per alcuni reparti. Pensiamo riprende Leoni alle rianimazioni, alle medicine e alle cosiddette sub-intensive, dove i pazienti vengono intubati: la loro attività è raddoppiata. I medici che prima seguivano i pazienti ricoverati in forma ordinaria, ora hanno dovuto occuparsi anche delle urgenze. Un contesto nel quale più di qualcuno ha maturato la decisione di andarsene, un po' da tutte le parti. Chi fa il concorso per diventare medico ospedaliero sa cosa sceglie: turni impegnativi, guardie notturne, reperibilità, festività impegnate. Con la pandemia c'è chi non ce la fa più perché, anche se il lavoro piace, anche se si sente una vocazione per quello che si fa nei confronti dei malati, umanamente è difficile reggere, non si riesce più a recuperare, continua Leoni. L'altro elemento dirimente è che fuori dal pubblico oggi come oggi si guadagna di più. Un medico ospedaliero in media prende sui 2.500 euro al mese. Sapete quanto guadagna un collega inglese o tedesco? Tre volte tante: 7.500. Andando a lavorare in proprio ci sono due vantaggi: migliora lo stipendio e migliora la qualità di vita. Ci sono delle situazioni in cui puoi prendere 600-800 euro per coprire un turno di 12 ore. Con quattro/cinque volte, porti a casa la cifra di prima, sottolinea Leoni, ponendo l'accento sull'altro lato della medaglia.
IL PUBBLICO NON ATTRAE
Il settore pubblico è diventato meno attrattivo. Tanti colleghi validissimi scelgono il privato perché vanno a stare meglio, ma il paziente per curarsi deve pagare. Una sorta di privatizzazione della sanità, come denunciato anche in questi giorni dai sindacati, che preoccupa Leoni: In prospettiva avremo una carenza di organici ancora peggiore e certe strutture rischieranno di implodere. Oggi si parla molto delle cooperative, ma senza di esse non si va avanti. Il fatto è che impiegano medici senza specializzazione perché non è richiesta. Quale, dunque, la possibile cura, giusto per rimanere in termini di salute? Teniamoci stretti i medici che ci sono sostiene Leoni e per farlo non c'è alternativa: bisogna pagarli molto di più e migliorarne le condizioni di lavoro. Solo così riusciremo ad avere più persone in servizio, che staranno meglio e lavoreranno meglio, a tutto beneficio della qualità del sistema sanitario e della presa in carico dei malati.
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