«Maturità comunicata in ritardo: giorno e orario dell'esame orale saputo solo 48 ore prima»

Giovedì 18 Giugno 2020 di Melody Fusaro
«Maturità comunicata in ritardo: giorno e orario dell'esame orale saputo solo 48 ore prima»
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MESTRE «Noi miracolati? Chi lo pensa si sbaglia». I primi a uscire dalle porte di licei e istituti tecnici e professionali di Mestre dopo i temuti 60 minuti di colloquio, rifiutano l'etichetta che viene loro affibbiata da chi per l'esame di maturità ci è passato prima di loro. Non si sentono più fortunati e, soprattutto i primi, si chiedono se negli anni precedenti i maturandi siano andati allo sbaraglio quanto loro. «Io ho saputo solo due giorni fa che oggi avrei avuto l'esame» racconta Alessia Maglie, che con l'esame di ieri ha concluso ufficialmente la sua esperienza nella 3. A del liceo classico Franchetti. «Vedere il nome nella lista del primo giorno e sapere di avere così poco tempo non è piacevole».

Alessia come tutti è arrivata a scuola e ha scoperto che le cose stavano andando per le lunghe. Attende quindi sul marciapiede di corso del Popolo dove incrocia Chiara, la numero 1 della lista. «Non sapevamo come comportarci, avevo paura di rompere il protocollo. Sono andata allo sbaraglio ma i bidelli ci hanno aiutato molto. Sono entrata in aula magna e poco dopo gli insegnanti mi hanno concesso di togliere la mascherina». L'esame in sé, poi, non è stata una sorpresa: «Prima di entrare avevo molta ansia ma dopo dieci minuti, in piena concentrazione, mi è sparita. Avere i miei professori di fronte, sapere che mi conoscono, è stato rassicurante». La sua compagna Chiara è stata la prima e all'uscita è ancora molto tesa: «Ero molto nervosa, mi sono seduta lì e hanno cercato di mettermi a mio agio. Ho avuto poco tempo per abituarmi all'idea, l'ho saputo meno di due giorni fa». «La formula di un'ora in cui mettere dentro così tante cose faceva effettivamente più paura a sentirla che a viverla - aggiunge - ma questo non significa che siamo miracolati. Non so come fossero stati gli esami nel passato ma quest'anno abbiamo dovuto lavorare tantissimo per recuperare il programma che da noi non è stato tagliato molto». 

MORIN
Al Morin, il liceo scientifico di via Asseggiano, il giardino è un luogo di decompressione: regala qualche minuto in cui si incrociano un paio di compagni a distanza di sicurezza, ci si confronta in fretta e furia sulle modalità di svolgimento dell'esame o si ripassa una pagina per colma qualche dubbio. Da lì, in direzione edificio scolastico, partono le misure di sicurezza. «Dove devo andare»? chiedono tutti. L'ingresso da una parte, l'uscita dall'altra, poi c'è la mascherina da indossare e la commissione da rintracciare senza incrociare altre persone, mentre il personale disinfetta la postazione occupata fino a un quarto d'ora prima dal tuo compagno di classe.

SORTEGGIO
Intorno alle 10.30 esce Damiano Mandaliti, secondo in lista per la sua classe e altro sfortunato del primo giorno. «Quando l'ho saputo l'ho presa male - ammette -. Avevo studiato ed ero pronto ma avere solo 48 ore è una sfortuna». «Ci dicono che quest'anno ci è andata bene e forse effettivamente il test è un po' più facile, perché siamo in una situazione particolare - aggiunge - ma bisogna tenere conto del fatto che la didattica a distanza non è una passeggiata e le lezioni sono molto più difficili da memorizzare. Io, insomma, avrei preferito fare l'esame tradizionale, ma siamo in pandemia e non mi lamento». La sua ora di colloquio è andata bene: «Non sapevo come funzionasse, nessuno lo sapeva. Era un po' alla cieca ma per fortuna è andata bene». La sua classe festeggerà tra un paio di settimane e poi anche per Damiano si apriranno le porte dell'università: «Farò economia a Ca' Foscari, ho fatto il test 3 settimane fa». Nel frattempo, in chat, i suoi compagni più fortunati, che hanno ancora qualche giorno di tempo, lo sommergono di domande. 
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