MESTRE - Una prima risposta su cosa sia successo nella notte tra venerdì e sabato nella stanza dell’ostello Anda Venice di Mestre dove sabato mattina è stato trovato senza vita a 38 anni Matteo Voltolina, arriverà con certezza dell’autopsia che il sostituto procuratore Massimo Michelozzi conferirà questa mattina al professor Giovanni Cecchetto dell’Istituto di Medicina legale dell’Università di Padova, che in fin dei conti dovrà dire cos’ha ucciso il trentottenne, anche alla luce del sequestro di farmaci trovati dai carabinieri nella camera del figlio di Francesco Voltolina, imprenditore tra i fondatori dell’Antica Murrina Veneziana, marchio storico di gioielli, accessori e oggettistica in vetro artistico, con sede a Olmo di Martellago, ceduta un paio di anni fa.
Figlio di imprenditori storici del vetro veneziano trovato morto in ostello a 38 anni
I farmaci sono stati trovati dai carabinieri nella stanza che Matteo Voltolina - residente a Venezia, in campo San Maurizio - aveva scelto per passare la notte in terraferma. Una stanza pagata dall’ospite già venerdì sera e che - aveva detto Voltolina alla reception dell’Anda Venice - sarebbe stata liberata già sabato mattina presto. Proprio questa circostanza, legata al fatto che dalla camera non arrivava nessuna risposta alle telefonate o a chi bussava alla porta, ha insospettito i portieri dell’ostello di design inaugurato circa un anno e mezzo fa in via Ortigara, a due passi dalla stazione dei treni. Quando i militari dell’Arma, chiamati sabato mattina dai dipendenti della struttura, sono entrati nella camera, hanno trovato Matteo Voltolina ancora in pigiama, riverso a terra accanto al letto, immobile. Immediata la telefonata al Suem. Tutto inutile. Ai sanitari del 118 non è rimasto che stilare il referto di morte e dare così il via all’inchiesta aperta dalla magistratura - al momento - a modello 45, senza cioè iscrivere indagati o contestare alcun reato. Nel fascicolo, però oltre agli atti del sopralluogo, anche il sequestro sia dei farmaci trovati nella stanza del trentottenne, sia della macchina parcheggiata da Matteo Voltolina nel garage dell’Anda.
Unici appigli per far luce sulla vicenda dal momento che la stanza della vittima era in ordine e nulla era stato rubato: impossibile, quindi, pensare ad un’azione di altri.