Cacciari spara a zero: «I dirigenti
del Pd devono andare a casa»

Lunedì 15 Giugno 2015 di Paolo Navarro Dina
Massimo Cacciari
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VENEZIA - «Perdere una città così è a dir poco criminale. Se fosse accaduto quando c’era il vecchio Pci, il responsabile Enti locali sarebbe venuto a Venezia e li avrebbe fatti fuori tutti. Oggi non c’è più il Pci, ma mi auguro che il gruppo dirigente Pd se ne vada a casa». Massimo Cacciari ha la voce rotta dall’emozione e dall’amarezza. Ha appreso i dati della vittoria di Luigi Brugnaro e commenta: «Non voglio rifare la storia - dice l’ex sindaco - Ma non posso che esprimere la mia amarezza perchè erano 25 anni che il Pd vinceva in città. Dovunque: comunali, regionali e nazionali».



Sono stati compiuti molti errori in campagna elettorale.

«C’era bisogno di cambiamento. C’era bisogno di rinnovamento, ma questo non c’è stato. Occorrevano giovani capaci, impegnati a "rottamare". Era questo il segnale che bisognava dare. Anche il meccanismo delle Primarie va rivisto. Si è ancora una volta dimostrato che il Pd a livello territoriale non esiste. É vero Renzi governa, ma non c’è alcun radicamento territoriale».



Intanto a Ca’ Farsetti arriva un sindaco imprenditore.

«Faccio gli auguri a Brugnaro e mi auguro che sappia mettere in piedi una squadra che non guardi a nessuna corrente. Ma lo ripeto la colpa è stata del centrosinistra che non ha saputo rinnovarsi. So che Felice Casson ce l’ha messa tutta, ma è bastato. Il problema è che sono stati fatti tanti, grandi e grossolani errori».



E ancora una volta si dimostra la crisi dei partiti. Brugnaro ha vinto con una lista civica creata dal nulla.

«I partiti non ci sono più. E da tempo. Ci sono state persone che si sono spese per questo e per quello. Ci sono stati uomini e donne che si sono adoperati per Casson. Bene. Ma la scelta era tra due persone. Punto e basta. Di certo può aver contato in queste ore la motivazione del centrodestra, probabilmente più ancora la mobilitazione della Lega. Del Carroccio, più che degli altri».



E i grillini?

«Il Movimento Cinque stelle ha mantenuto, dal canto suo, la parola. Non sono andati a votare. Mai avrebbero fatto un favore al Pd, visto l’antagonismo con Renzi a livello nazionale. Il Presidente del Consiglio è il loro primo nemico e, quindi, anche a livello locale, con buona pace di Casson, hanno deciso di non presentarsi ai seggi».
Ultimo aggiornamento: 13:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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