Coronavirus, una mascherina generica su due non protegge dal virus: la scoperta degli ispettori

Giovedì 17 Settembre 2020 di Elisio Trevisan
Coronavirus, una mascherina generica su due non protegge dal virus: la scoperta degli ispettori
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MESTRE - Oltre una mascherina generica su due è fuori norma. Lo ha scoperto la Camera di commercio di Venezia Rovigo (Ccia) con i suoi ispettori che dai primi di giugno stanno girando per il territorio visitando farmacie, parafarmacie e negozi. Anche le mascherine generiche, infatti, devono rispondere a requisiti ben precisi e se non li rispettano vengono sequestrate, dato che la protezione della maggior parte della popolazione dal coronavirus passa principalmente attraverso queste, mentre solo le nicchie specializzate, come ad esempio gli operatori sanitari impiegati nelle sale operatorie o i lavoratori di impianti particolari negli stabilimenti, utilizzano le mascherine più protettive (come le chirurgiche o le FFP2 o FFP3) e quindi più costose. È la Camera di commercio di Venezia Rovigo (Ccia) che si occupa del settore delle mascherine generiche e lo fa appunto con i propri ispettori, ossia tecnici che controllano la regolamentazione del mercato e, nel loro ruolo, possono anche sequestrare la merce e irrorare sanzioni.

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BOLZANO- La Provincia di Bolzano intende sostenere ulteriormente le famiglie in difficoltà per la crisi economica conseguente alla pandemia da Covid-19.

In tal senso ha deciso di concedere alle famiglie con figli minorenni, con i requisiti per le prestazioni emergenziali già disposte, un contributo una tantum pari a 400 euro per ogni figlio minorenne presente nel nucleo familiare .

 

Mascherine, quale protegge davvero?

Non si tratta quasi mai di sequestri che aprono la strada a procedimenti penali ma di sequestri amministrativi che, comunque, sortiscono il loro effetto perché le attività commerciali vengono colpite nel portafoglio. Dai primi di giugno, non appena è stato allentato il lockdown, fino ai primi di settembre gli ispettori hanno effettuato 60 controlli in farmacie, parafarmacie (il 68% degli interventi) e negozi generici (il 32%) col risultato che nel 57% dei casi sono state riscontrate delle anomalie. Nella maggior parte dei casi si è trattato di errata o non chiara qualificazione merceologica, ovvero mascherine potenzialmente qualificabili come generiche vendute, invece, come veri e propri dispositivi medici o dispositivi di protezione individuale. In tre mesi gli ispettori hanno sequestrato diverse centinaia di pezzi non conformi e hanno dato multe ai rivenditori, in alcuni casi hanno anche proceduto con le segnalazioni all'Autorità Giudiziaria per quanto concerne gli aspetti penali.

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«L'emergenza Covid ha avuto, tra le altre, anche la conseguenza di inondare letteralmente il mercato di prodotti di varia natura e provenienza, destinati alla protezione dal virus commenta Giacomo De Stefani, segretario generale della Camera di Commercio . Purtroppo non sempre si tratta di prodotti sicuri e conformi alle norme in materia, incluse quelle adottate in via emergenziale in deroga alle procedure ordinarie». Per la maggior parte si tratta di prodotti provenienti dall'estero, soprattutto la Cina che ha industrie in grado di sfornare milioni di pezzi in pochi giorni, e in minor parte dall'Italia dove, comunque, grandi gruppi come Luxottica si stanno organizzando. 

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In Giappone mascherina se hai il raffreddore

Gli interventi della Ccia, ad ogni modo, sono stati solo in minima parte repressivi, puntando invece soprattutto all'informazione: «Molte farmacie, parafarmacie e negozi generici si sono trovati di punto in bianco a vendere prodotti che i clienti non erano abituati ad acquistare perché per nostra cultura non utilizziamo le mascherine, a differenza, ad esempio, dei giapponesi che, al di là del Covid, indossano spesso le mascherine anche se hanno solo il raffreddore - spiega Mario Feltrin che alla Camera di commercio si occupa dell'ufficio legale e della regolazione del mercato -. Diffondendo un'informazione semplice, chiara ed esauriente per fare chiarezza nel mare magnum delle tante paure, tutti sono grado di vedere cosa stanno comprando e a che prezzo. E di conseguenza l'acquirente sarà libero di acquistare mascherine di moda da 50 euro l'una ma sarà anche cosciente che hanno la stessa qualità e livello di protezione di quelle da 50 centesimi o un euro, tipo i prodotti distribuiti dallo Stato».

 

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Uno starnuto? Potrebbe essere Covid. Quindi tutti a casa, in quarantena. Neanche il tempo di gustarsi il ritorno in classe, la novità delle lezioni dal vivo anche se distanziati, con le mascherine, i banchi con o senza ruote ma comunque non più attaccati, che copiare in tempi di coronavirus è un'impresa.

Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 10:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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