Mariti più violenti con il lockdown, triplicati i casi di maltrattamenti sulle donne

Domenica 7 Marzo 2021 di Melody Fusaro
I dati del Comune di Venezia sugli accessi alle case protette sono in crescita

MESTRE - Con il lockdown sono quasi triplicati i casi di violenza sulle donne. Il confinamento domestico da Covid non rende più aggressivi ma di certo l’isolamento, lo smart working, le scuole e le palestre chiuse riducono le occasioni di incontro e quindi la possibilità di intercettare e aiutare una persona che subisce delle violenze. Casi in cui sarebbe invece fondamentale intervenire precocemente, perché più si aspetta e più la situazione rischia di degenerare. 
Lo conferma il Comune di Venezia che nel 2020 ha visto, appunto, triplicare il numero di casi di accoglienza in emergenza che hanno richiesto di mettere la donna sotto protezione. In tutto 32 donne (nel 2019 erano 13) tra i 35 e i 49 anni, spesso con i figli dai 2 ai 14: un nucleo familiare è stato inserito in una Casa Rifugio del Comune di Venezia e le altre 31 donne (con 29 figli minori) sono state inserite in altre strutture con un progetto di protezione e uscita dalla violenza. 
SOLITUDINE E ISOLAMENTO
Lo rivelano i dati del Centro antiviolenza del Comune di Venezia che lo scorso anno ha visto ridisegnare i confini del fenomeno sotto l’effetto della pandemia. Se il numero di accessi totali, che comprendono denunce di violenze fisiche, verbali, psicologiche e lavorative, non è variato di molto (248 contro le 281 del 2019), a schizzare in alto è il dato sulle situazioni più gravi, quelle in cui l’unica soluzione è “nascondere” la donna e i figli per proteggerli. E che sia effetto dell’isolamento lo rivelano di nuovo i dati: “Delle 32 donne con necessità di ospitalità urgente che sono arrivate durante tutto il 2020 - spiegano dal Centro antiviolenza - nessuna è arrivata al Centro durante il mese di marzo, che è stato il primo mese di lockdown, mentre 9 donne (con 10 figlie e figli minori) sono arrivate durante il lockdown di aprile e maggio 2020 e hanno trovato ospitalità presso strutture in rete con il Centro. Ciò significa che nei 2 mesi di lockdown di aprile e maggio è arrivato al Centro circa del totale delle donne ospitate in urgenza in tutto l’anno”. 
Nel 2020 altre 7 donne e 11 figlie e figli minori hanno trovato ospitalità presso le 2 Case Rifugio del Comune di Venezia. “Il covid - spiega l’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini- ha chiuso in casa per mesi tante persone che hanno visto così precipitare situazioni di violenza. L’isolamento rende infatti più difficile il sostegno esterno che a volte arriva anche semplicemente incontrando un’amica, la commessa di un negozio o un parente. Situazioni che prima venivano intercettate ora diventano quindi più profonde e complesse. Per questo abbiamo dovuto lavorare senza sosta, tenendo i riflettori sempre puntati su questo fenomeno”. 
NUOVI SERVIZI
Il Comune ha attivato nuovi servizi: “Abbiamo introdotto, per esempio il contatto tramite Whatsapp e altre modalità smart che ci permettono di raggiungere anche le donne che, trovandosi chiuse in casa, non possono rivolgersi allo sportello”, aggiunge l’assessore.
Protagonista di tutte le violenze nei confronti delle donne resta quindi la casa e la famiglia.

Il 72% delle 248 persone che hanno bussato alla porta del centro, o ci sono arrivate su segnalazione dell’Ulls 3 o delle forze dell’ordine, hanno raccontato di essere vittime dell’aggressività di mariti o fidanzati con i quali convivono (il 53% dall’attuale coniuge o compagno e il 19% dall’ex). Sempre in casa avvengono le violenze per altre 6 donne su 100 che denunciano un genitore, un fratello o un altro parente convivente. In tutto, quindi, quasi 8 casi di violenza su 10 avvengono in casa. Non sempre si tratta di donne che vengono picchiate. Se Quasi una donna su tre (29%) denuncia violenza fisica, il 39% riporta casi di violenza verbale. Il 16% denuncia violenza “economica” e l’8% riguarda casi di stalking. Quasi una su dieci, invece, si rivolge al centro per denunciare una violenza sessuale. 

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