L'attrice "dimenticata" avrà il funerale: il fratello ci ripensa e accetta

Martedì 24 Novembre 2020 di Costanza Francesconi
Maria Grazia Bon

VENEZIA Stallo risolto: le drammatiche peripezie da pièce dell'attrice defunta Maria Grazia Bon raggiungono un lieto fine. Finalmente riconosciuta dal fratello Maurizio sulle prime inamovibile nel non volersi occupare della sorella scomparsa, né dell'organizzazione del funerale - la salma della signora Bon, nota artista veneziana da trenta giorni al policlinico Gemelli, riceverà la sua cerimonia funebre. A confermarlo è l'avvocato Otello Pontini, proprietario a Roma dell'immobile in cui viveva l'attrice.

Risalito al fratello veneziano, e speditagli una raccomandata, Pontini lo ha incontrato personalmente lunedì.

«Maurizio è sceso a Roma in fretta e furia. Ragionando insieme, ha rivalutato l'intera questione - chiarisce il legale - Gli amici di Maria Grazia possono tirare un sospiro di sollievo. Date le premesse disastrose, un fine così sembrava irrealizzabile». A Venezia, la prima voce sul decesso della Bon arriva dalla capitale l'11 novembre, sotto forma di appello scritto. Le amiche più intime dell'attrice, Loredana Martinez e Renata Zamengo, sollecitano infatti la città natale di Maria Grazia sul triste accaduto. Udendone, immaginavano che un parente legittimo si facesse vivo per riconoscere la spoglia e organizzare una decorosa cerimonia funebre. Nulla. Maurizio Bon, familiare più stretto della diretta interessata, sembra non volerne sapere. Anzi, liti e discussioni pregresse hanno a tal punto compromesso i loro rapporti da averli recisi irreparabilmente.

Tuttavia, tra le spiacevoli implicazioni del distacco familiare, quella che più preoccupa amici e colleghi romani di Maria Grazia, è l'esecuzione di un funerale caritatevole da parte del Comune di Roma prassi automatica allo scadere del mese dalla morte. Ecco perché le ultime quattro settimane scorrono veloci, alla ricerca di una soluzione. Svolta inattesa e decisiva è la celere risposta di Maurizio Bon alla lettera del legale Pontini. «Dopo più di vent'anni di rapporti della Bon con i miei genitori - racconta l'avvocato - ho tentato il tutto per tutto. Ho contattato il signor Maurizio prima di procedere con l'autorità giudiziaria per liberare l'appartamento. Domenica è arrivato a Roma. Con la scusa della casa, ho cercato di farlo riflettere anche su cosa la Bon avesse destinato ai suoi nipoti». Il rilascio dell'abitazione diventa così occasione per rimettere in discussione la posizione ferma di Bon. E il buon esito di questa mediazione non tarda ad arrivare. Questo movimentato affare di famiglia si chiude quindi positivamente. «Spero davvero - si augura Pontini - che questa storia iniziata malamente sia di monito per casi simili. Le amicizie di Maria Grazia, i condomini, e l'impatto della stampa sono stati fondamentali». Senza questa coordinazione, a tratti romanzesca, «chissà infatti - si chiede l'avvocato - che fine avrebbe fatto lei?». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci