Marghera, il giallo delle ossa umane trovate tra gli arbusti: «Il modello di scarpe Vans è in commercio da sette anni»

Parte da lì l'indagine della procura e della polizia locale sul caso delle ossa umane trovate in un campo.

Giovedì 2 Febbraio 2023 di Nicola Munaro
Marghera, il giallo dei resti umani tra gli arbusti: «Il modello di Vans è in commercio da sette anni»

MESTRE - Due scarpe Vans, unisex, che non erano in commercio prima di sette anni fa. Parte da lì l'indagine della procura e della polizia locale sul caso delle ossa umane trovate in un campo abbandonato in via della Chimica, a Marghera.

Perché quelle scarpe per come si sono conservate, ma soprattutto per la data di commercializzazione del modello, restringono il campo della datazione della morte della persona a sei, al massimo sette, anni fa.

Il giallo

È in quest'arco di tempo che gli investigatori guarderanno la lista delle denunce di scomparsa nel Veneziano in attesa che gli esami di laboratorio sui resti - sono stati scoperti lunedì pomeriggio dai dipendenti di una cooperativa del verde a lavoro per conto di Veritas - diano ancora di più una forbice temporale precisa. Ma anche, se possibile, un Dna da incrociare con quelli conservati nelle banche dati delle forze di polizia, alla ricerca di un nome e un cognome per poter così riscrivere la storia della persona. Al momento non si sa nemmeno se le ossa (il cranio, un femore, il bacino, alcune ossa della cassa toracica e della spina dorsale) appartenessero a un uomo o ad una donna e quindi ogni ipotesi è solo frutto di fantasia.

Il cranio piccolo aveva fatto pensare, in un primo momento, che si trattasse di una donna: ipotesi al momento non confermata. Così come le Vans sono scarpe indossate tanto da uomini quanto da donne.
Per il resto si indaga a trecentosessanta gradi, quindi senza scartare nessuna ipotesi. Dall'ultimo capitolo di una storia di solitudine umana, all'ipotesi più oscura suggerita dal posto in cui le ossa sono state ritrovate. E come delle ossa umane siano finite in quel campo, è uno dei punti al centro del fascicolo aperto in procura, nel quale non c'è alcun indagato né tantomeno un reato contestato.

Decisivi, quindi, gli accertamenti medici. Ma l'esame di laboratorio sarà utile per capire anche come sia morta la persona: le indagini sui resti infatti potrebbero individuare una frattura alla testa o al collo - come in altre zone - risultate poi fatali e non ancora individuate dalla prima ricognizione di lunedì sera.
A rendere tutto più complicato, le condizioni di ciò che rimane del cadavere: rimasto per troppo tempo all'aria aperta e in balia delle intemperie.

Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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