Il candidato bengalese a Marghera: «Io, preso di mira per un biglietto di auguri»

Domenica 6 Settembre 2020 di Melody Fusaro
CANDIDATO Humayun Abdul in foto nei volantini elettorali
2
VENEZIA «Il volantino? Ne ho solo uno ed è nella mia lingua, l’italiano». Abdul Hamayun, candidato del Pd alla municipalità di Marghera, chiude così la polemica che suo malgrado lo ha visto protagonista nelle ultime 24 ore. Il consigliere comunale fucsia uscente Maurizio Crovato, facendo dell’ironia nel soprannominarlo “Abdul de Cannaregio”, ha pubblicato sui social un post in cui contesta l’utilizzo della lingua bengalese in un volantino pubblicato in rete e fatto circolare. 

GLI AUGURI
Ma in realtà non si tratta del santino del candidato ma di un messaggio di auguri dei suoi amici che con lui sono iscritti ad alcune associazioni di Marghera. «Non sono io l’autore di quel volantino e nemmeno del post che lo accompagna. Io scrivo sempre nella mia lingua, l’italiano, e il mio volantino, autorizzato dagli uffici, è come quello di tutti gli altri. Quella che è stata pubblicato dal consigliere Crovato è una immagine condivisa da alcuni amici in Facebook, con un messaggio di auguri per la mia candidatura. Hanno voluto farlo nella nostra lingua madre ma non è una mia iniziativa».

Infatti la condivisione della cartolina (che tradotta recita qualcosa tipo “Buona fortuna ad Abdul Hamayun, candidato alla municipalità” non viene dalla sua pagina, nella quale compaiono solo i santini in italiano. «È una polemica senza senso» conclude Abdul che vive a Venezia da 16 anni e a Marghera è conosciutissimo. Fa il cameriere e da anni è volontario per la Protezione civile e dell’Associazione carabinieri, ma anche di altre realtà associative del quartiere. «Abbiamo lavorato tanto per aiutare le famiglie quando c’è stata l’acqua alta e durante il lockdown. Tante poi le iniziative ambientali per Marghera. Io faccio parte della seconda generazione della comunità bengalese, ormai integrata e che qui, nella città che ama, sta costruendo il suo futuro fianco a fianco con gli italiani». 
LA POLEMICA
Ma per il consigliere fucsia Crovato “scrivere nella loro lingua significa sfruttare i bengalesi per il loro voto” e così ribatte alle tante critiche che gli piovono addosso in queste ore. Alle centinaia di commenti che seguono il suo post “Abdul de Cannaregyo” (e che si dividono tra accuse di razzismo e le difese di chi si dice scandalizzato per il post in bengalese e pretende la traduzione) si aggiungono le reazioni del mondo della politica veneziana: «Questi discorsi sono troppo lontani dalla cultura di Venezia, c’è un limite oltre al quale non si dovrebbe andare» commenta il segretario Pd, Giorgio Dodi, nel ribadire che i volantini sono tutti in italiano. L’ex sindaco Ugo Bergamo, che ha voluto in lista un altro rappresentante della comunità bengalese, l’imprenditore Clark Manwar, è tranchant: «Quella di Crovato è una polemica rozza, fuori tempo e fuori luogo, che nel 2020 non dovrebbe più esistere. I cittadini di origine bengalese sono parte integrante della vita della città, sono onesti e laboriosi e contribuiscono all’economia di Venezia più di tanti altri». E si chiede perché non dovrebbero essere rappresentati: «Fa pensare per esempio il fatto che non possano nemmeno seppellire i loro cari». 

SOLIDARIETA’
La capogruppo del partito in consiglio, Monica Sambo, esprime la sua solidarietà: «Abdul abita a Marghera da 16 anni e ha deciso di impegnarsi per la sua città, è un ragazzo veramente molto generoso. È inaccettabile “ridicolizzare” una persona solo per il suo nome, la sua lingua e le sue origini». E mentre giunge anche la solidarietà delle Sardine veneziane, Alvise Ferialdi aggiunge: «È un iscritto alla mia Associazione a Marghera in cui ognuno ha libera scelta. Lui con me parla in italiano. Vedo che a Marghera tutte le etnie parlano italiano fra di loro. È pure iscritto alla Protezione civile e parla italiano anche durante le emergenze. È un tema poco liberale che non fa parte del nostro dna». Lorenzo Varponi, che rappresenta “Un’altra città è possibile” nella compagine per Baretta, conclude: «Crovato cerca di fare ironia chiamandolo ‘Abdul de Cannareygio’. Mi auguro che Humayun possa essere eletto, non solo per rappresentare la comunità bengalese che conta migliaia di residenti e lavoratori, ma l’intera realtà multiculturale di Marghera». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci