Marghera. Devastano l'ex cinema multisala, vetri e distruzione ovunque: «Sono baby vandali, per lo più minorenni. Dobbiamo aiutarli»

Sabato 1 Aprile 2023 di Fulvio Fenzo
Marghera. Devastano l'ex cinema multisala: «Sono baby vandali, per lo più minorenni. Dobbiamo aiutarli»

MARGHERA - Adesso - e si è già cominciato, anche se non sarà facile - bisogna chiudere tutto per impedire altre devastazioni. Ma bisogna anche capire chi sono quei ragazzi, alcuni dei quali appena adolescenti, che hanno distrutto l'ex cinema multisala di Marghera. E, visto che si tratterebbe perlopiù di minorenni, "agganciarli" per tentare di ricostruire un rapporto con loro, le loro famiglie, la scuola e le associazioni del territorio. E, assieme al tentativo di ridare un futuro ad complesso di cemento e vetro tra il Leroy Merlin e la Nave de Vero, è questa forse la sfida più difficile.

«NON SONO BABY GANG»

«Stiamo parlando di un gruppetto di ragazzini, non siamo di fronte a situazioni già viste nei decenni scorsi - commenta Simone Venturini, assessore alla Coesione sociale -.

Dopo le prime segnalazioni che erano arrivate nei mesi scorsi abbiamo attivato fin da subito le nostre èquipe dell'Area infanzia adolescenza e dell'Area marginalità per monitorare e eventualmente trovare un primo contatto con questi giovanissimi. Quello che è certo è che non si tratta di "baby gang", che sono tutt'altra cosa e riguardano città come Milano o Roma, che sono strutturate come delle bande con una "gerarchia", nazionalità e propri segni distintivi. Certo - prosegue Venturini -, bisogna vigilare ed intervenire, e la nostra città ha una rete di mappatura e monitoraggio molto forte e stretta in grado di contrastare l'abbandono scolastico, il disagio giovanile ed ora anche questi fenomeni». Si punta dunque ad identificare gli autori dei vandalismi per arrivare alle famiglie ed attivare progetti sociali per questi gruppi di minorenni. «E sull'ex multisala - riprende l'assessore - come amministrazione solleciteremo la proprietà al recupero anche con una destinazione diversa da quella del cinema, ormai non più sostenibile vista la crisi».

«CI SONO DELLE FOTO»

«Sono ancora senza parole dopo quello che ho visto lì dentro - interviene Teodoro Marolo, presidente della Municipalità di Marghera che nei giorni scorsi è stato in sopralluogo con l'assessora alla Sicurezza urbana Elisabetta Pesce -. Per Marghera questo posto poteva essere un punto di aggregazione con la Nave de Vero e Notorious, l'ex gestore, aveva prospettato due milioni di investimento prima di chiudere per i costi troppo elevati. I proprietari hanno delle foto dei vandali: si tratta di ragazzini, ma in una si vede anche un diciottenne che carica alcuni altoparlanti rubati dalle sale su un'auto. In un'altra si vedono due ragazzi che spaccano i vetri... Ora stanno completando di installare griglie metalliche su tutte le aperture, che sono tantissime, ma temo che non basteranno. Murare tutto? Impossibile. Qui bisogna lavorare per intercettare la fascia d'età tra i 16 e i 22 anni, offrire loro prospettive per restare nei giusti percorsi, e non è semplice».

"INCUBATORI DI DEGRADO"

«Ovviamente, teppisti, violenti e balordi, quando identificati vanno puniti, ma si è arrivati a questo perché ci sono ragazzi un po' sbandati nella vita che avevano trasformato quel luogo abbandonato in una specie di sala giochi, in uno spazio di aggregazione selvaggia dove "ci vai, ci ritorni e non ti succede niente" - è l'analisi di Gianfranco Bettin, sociologo e consigliere comunale -. É il luogo stesso che trasmette abbandono e degrado, e che ti incoraggia a procedere sulla cattiva strada. Magari sono ragazzi che vanno due o tre ore alla Nave de Vero a guardare le vetrine, senza potersi permettere di comprare qualcosa, e poi per frustrazione o per voglia protagonismo distorto chiudono la giornata in quel luogo rimasto abbandonato». Bettin definisce questi spazi come "incubatori di comportamenti sbagliati". «Che siamo bande strutturate o semplici gruppi informali - riprende - bisogna progettare una nuova strategia tra loro, le famiglie, la scuola e le realtà associative. Bisogna andare ad incontrarli, senza aspettare che facciano idiozie come queste nell'ex multisala, con educatori formati e in numero adeguato, capaci di seguirli e di ricostruire relazione complessiva, il tutto con spazi, strutture e progetti che indirizzino la loro personalità, senza più lasciarli allo stato brado in spazi bradi. Su questo tema strategia urbanistica e strategia socio-educativa vanno di pari passo».

Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 17:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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