Zennaro, Capodanno da prigioniero: 9 mesi di angoscia e non si vede la fine del tunnel

Venerdì 31 Dicembre 2021 di Gianluca Amadori
Marco Zennaro in carcere in Sudan
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VENEZIA - È fissata per il prossimo 6 gennaio l'ennesima udienza a carico di Marco Zennaro, l'imprenditore veneziano quarantasettenne, titolare della Zennaro Forniture elettriche srl, trattenuto in Sudan dal mese di aprile in attesa che giunga a definizione il contenzioso civilistico avviato da un'azienda che sostiene di aver pagato la Zennaro per alcune forniture mai ricevute.

La causa, però, sta proseguendo tra un rinvio e l'altro e, di conseguenza, i familiari dell'imprenditore non sono per nulla fiduciosi in un esito positivo in tempi brevi. E il padre si dice preoccupato per le condizioni di Marco, sempre più stanco e disperato per la drammatica situazione nella quale si trova da quasi nove mesi, nell'impossibilità di fare ritorno in Italia.

CAUSA CIVILE

Contro Zennaro è rimasto in piedi soltanto un procedimento civile, dopo che una seconda causa civile e due processi penali (sulle stesse contestazioni) sono stati vinti dall'imprenditore veneziano: tre diversi giudici hanno infatti riconosciuto l'assenza della truffa e la bontà dei trasformatori venduti dalla sua azienda alla Gallabi, la società sudanese che li aveva ordinati. La famiglia di Marco ha messo sul piatto una garanzia da 800mila euro nel tentativo di ottenere che l'ultima causa ancora in corso, intentata da una società di Dubai, possa proseguire anche senza la presenza dell'imprenditore veneziano. Ma finora il rientro a casa di Zennaro non è stato possibile.

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I familiari hanno sperato invano di poterlo riabbracciare in occasione delle festività natalizie ed è stato il padre Graziano a farli visita, portandogli i biglietti e i regali di Natale della moglie e dei tre figli, con cui può mantenere i contatti soltanto attraverso videochiamate. Una situazione particolarmente pesante, ancor più difficile da sopportare in considerazione del fatto che non si vede uno spiraglio di soluzione positiva all'orizzonte, né una data sulla quale riporre le speranze.
L'ultima udienza dell'unica causa civile tutt'ora in corso si è svolta lo scorso 15 dicembre, con un rinvio fissato proprio nel giorno dell'Epifania: la prossima udienza potrebbe essere quella conclusiva, con l'attesa sentenza, ma più probabilmente il giudice si limiterà a disporre nuovi accertamenti. E per Marco ciò significherebbe l'obbligo di restare ancora bloccato in Sudan.

AGLI ARRESTI

La scorsa primavera Zennaro fu trattenuto agli arresti in un commissariato a Khartoum e fin dalle prime fasi del suo caso si è interessata la diplomazia italiana e in particolare l'ambasciatore in Sudan il quale, in più occasioni, ha precisato di essersi attivato per garantire il miglior trattamento possibile di Marco e per cercare una soluzione la più rapida possibile al caso giudiziario. Quando la notizia diventò di pubblico dominio, lo scorso maggio, fu unanime la mobilitazione della politica, locale e nazionale, ma anche della società civile veneziana, con manifestazioni, un corteo acqueo e striscioni tutt'ora appesi a molte finestre di Venezia con un appello alla liberazione di Marco, il quale è rimasto rinchiuso in una cella fino a metà giugno; quindi ai domiciliari in un albergo per poi essere scarcerato con il divieto di lasciare il Sudan.
Dell'incredibile situazione in cui si trova Marco Zennaro ha parlato anche il sindaco Luigi Brugnaro nel corso della conferenza di fine anno, ringraziando il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, per l'attività svolta finora per liberare Marco Zennaro: «Non vogliamo creare un caso internazionale, ma lo vogliamo a casa», ha dichiarato il primo cittadino lagunare, invitando alla prudenza e alla moderazione nei toni. La situazione politica in Sudan è particolarmente delicata dopo il colpo di Stato militare che, lo scorso ottobre, ha deposto il premier Abdalla Hamdok, e gli scontri e disordini che si sono succeduti e si sono riaccesi proprio in questi giorni.

      
 

Ultimo aggiornamento: 15:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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