Marco Cé, un padre spirituale sempre in contatto con la città

Lunedì 13 Agosto 2018 di Alberto Toso Fei
Illustrazione di Matteo Bergamelli
“Il Signore mi ha avvolto con la sua gratuità: sacerdote, vescovo, patriarca di Venezia e cardinale, sono i segni di un amore che ha portato tutta la mia vita. Io lo ringrazio e lo benedico. Venezia è stata per me un grande dono: l’ho amata e sono stato riamato al di sopra di ogni mio merito. Venezia è stata veramente la mia casa e la mia famiglia”. Sono parole che il Patriarca di Venezia Marco Cé scrisse nel 2007, destinate nel tempo a diventare il suo testamento spirituale. All'epoca aveva già lasciato la sede vescovile da cinque anni, per il raggiungimento del limite di età, dopo averne trascorsi ben ventitre alla guida della diocesi di Venezia, ma assumendo il titolo di Patriarca emerito rimase in laguna fino al suo ultimo giorno.

E sebbene non fosse veneziano (era nato l'8 luglio 1925 a Izano, nel cremonese) e affermasse di aver ricevuto dalla città più di quanto avesse dato, fu uno straordinario padre spirituale che non dimenticò mai le necessità della città, a partire dalle fasce più deboli ed esposte, negli anni Ottanta e Novanta: fu grazie al suo impulso che nacquero per esempio realtà solide come la comunità-mensa per senza fissa dimora “Betania” (poi seguita dal dormitorio “Betlemme”) e la casa studentesca “Santa Fosca”, dalla quale prese vita una rete di accoglienza per gli studenti fuori sede che furono raccolti attorno a un innovativo progetto di pastorale universitaria che prosegue ancoraoggi.



Nato in una modesta famiglia di piccoli agricoltori, compì i suoi studi al Seminario lombardo di Roma, alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Biblico, laureandosi in teologia dogmatica e licenziandosi in Sacra Scrittura. Fu ordinato sacerdote il 27 marzo 1948 nella basilica di San Giovanni in Laterano. Rientrato alla Diocesi di Crema assunse l'incarico di insegnante e vicerettore del Seminario, del quale prese la guida nel 1957.
Tredici anni più tardi, il 22 aprile 1970, Paolo VI lo elevò alla dignità episcopale, nominandolo vescovo di Vulturia e associandolo come Ausiliare del cardinale Antonio Poma nel governo pastorale della Diocesi di Bologna. Sei anni dopo fu ancora papa Montini a nominarlo Assistente Ecclesiastico Generale dell'Azione Cattolica, esperienza alla quale Marco Cé dedicò moltissime energie. Ma il destino aveva ancora molte cose in serbo per lui.

Il 26 agosto 1978 il Patriarca di Venezia Albino Luciani fu eletto papa col nome di Giovanni Paolo I, ma ebbe un pontificato brevissimo (di soli trentatrè giorni). Fu il suo successore Karol Woytila ad assegnare a Marco Cé la sede vacante in laguna, il 7 dicembre di quell'anno; lo stesso Giovanni Paolo II, un anno e mezzo più tardi – nel concistoro del 30 giugno 1979 – lo creò cardinale e gli assegnò il titolo di San Marco. Era in quel momento il più giovane cardinale italiano.

Ma nel frattempo erano iniziati i suoi ventitre anni di governo della cattedra veneziana, che Cé resse dando particolare centralità allo studio e alla conoscenza delle Sacre Scritture e alla cura della vita spirituale mediante la proposta degli esercizi spirituali che amava seguire e spesso predicare personalmente. Nel corso del lungo ministero veneziano promosse due visite pastorali alla diocesi: amava stare tra le persone, si muoveva volentieri a piedi in città.

Raggiunti i limiti d'età, lasciò il suo ministero nelle mani di Angelo Scola, che accolse in piazza San Marco il 3 marzo 2002, ma non rinunciò al titolo, che divenne di Patriarca emerito, né alla città, visto che rimase a vivere nella vecchia canonica di San Barnaba per altri dodici anni, veneziano tra i veneziani.Nel 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II partecipò al conclave che portò all'elezione di Benedetto XVI come decano anagrafico del Sacro collegio, ovvero il più anziano di tutti i cardinali partecipanti, lui che un tempo era stato il più giovane tutti. Nel 2014 fu ricoverato d'urgenza all'Ospedale civile di Venezia per la frattura di un femore, e vi morì il 12 maggio all'età di 88 anni.Oggi riposa nella cripta della basilica di San Marco. Nemmeno dopo morto se l'è sentita di lasciare la sua Venezia.
Ultimo aggiornamento: 14 Agosto, 07:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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