VENEZIA - Il manifesto dei negozianti di calle de la Mandola: uno stendardo per la salvaguardia di Venezia.
«Questa iniziativa rappresenta in toto il pensiero dell'amministrazione comunale – assicura -. Da che ho iniziato il mio mandato, lavoro al nuovo regolamento fianco a fianco con tutte le associazioni di categoria, e confido possa essere attivo già dai primi mesi del 2022. Le tutele che vigono sull’area Realtina, Marciana e di Santa Margherita, saranno estese ovunque a Venezia, fuorché in quelle pochissime zone fuori dai radar turistici. Il documento – spiega l’assessore – sostituirà quello del 2018, in scadenza a fine anno, e per cui è stata richiesta nel frattempo una proroga con le dovute modifiche. Oltre a questa nuova configurazione degli ambiti di tutela, ci saranno indicazioni precise sulla merce in vendita e una stretta per quanto riguarda il materiale non “made in Italy”, nozioni sulla percentuale di prodotti locali e l'obbligo di fideiussione bancaria per chi proviene da fuori unione europea».
Mentre l’iter burocratico procede, una lettera inviata dall’assessore al governatore Zaia sollecita l’intesa tra Regione, Ministero per i beni e le Attività culturali e Soprintendenza. Salve libertà d’impresa e proprietà privata, a far problema ai negozianti non è nemmeno la nazionalità dei possibili futuri inquilini dei locali sfitti. Il punto è accogliere solo realtà utili o virtuose, come doveva essere il Polo Urban Bookshop in calle de la Mandola, tempio del made in Venice per cui le trattative sono invece state sospese dalla proprietà dei muri proprio all’arrivo di una proposta di natura e valore opposto. «Ci vogliono servizi utili ai visitatori ma essenziali anche per gli abitanti – evidenzia Stefania Bertelli, capogruppo Pd in Municipalità di Venezia -. Botteghe autenticamente veneziane che mettano l’offerta di livello in capo alla domanda turistica conseguente ma con un occhio reale anche alla residenzialità».