Cattura un piccione e lo butta nei rifiuti, barista denunciato

Sabato 21 Dicembre 2019 di Nicola Munaro
VENEZIA Barista denunciato dai Carabinieri per maltrattamento a un piccione
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VENEZIA - La denuncia per maltrattamenti di animali è sul tavolo della stazione dei carabinieri di Cannaregio, depositata il 7 dicembre. Presto potrebbe finire in procura e dare il via ad un’inchiesta penale. Nel mirino, il titolare di un locale in Strada Nova, colpevole di aver tentato di uccidere un colombo che, nei giorni dell’Aqua Granda, si era rifugiato nella sua cicchetteria.
A raccontare come siano andate le cose è la denuncia che una veneziana, testimone oculare di quanto accaduto, ha messo nero su bianco assieme all’ex ispettore capo della Polizia municipale nonché guardia zoofila volontaria e membro dell’associazione nazionale carabinieri, Maurizio Francesconi. È il 17 novembre e la donna, assieme al marito, decide di fermarsi un attimo all’interno di quel locale tipico in Strada Nova per bere un caffè: piccoli attimi di distrazione nei giorni dell’assedio della marea. All’improvviso - ma come spesso accade a Venezia - un colombo irrompe nel locale volando direttamente dietro il bancone e scatenando la reazione di uno dei proprietari, infastidito dalla presenza dell’animale.
L’uomo infatti, riuscendo a catturare il colombo, l’aveva poi buttato in un sacchetto di nylon chiuso con il doppio nodo, per evitare qualsiasi possibilità di salvezza per il volatile. È stato vedendo quella scena che la donna ha girato il banco e raggiunto la cucina del locale, proprio nel momento esatto in cui il proprietario stava gettando il sacchetto con il colombo nella spazzatura.
La donna è stata in grado di farsi consegnare il colombo non senza ironia (si legge nella denuncia) da parte dello stesso titolare dell’esercizio pubblico.
Una volta avuto il sacchetto in mano la donna lo ha aperto per ridare respiro al pennuto, comunque bloccato e non più in grado di spiccare il volo. Portato dal veterinario, il colombo è stato curato e nei giorni successivi è stato liberato.
La cosa però non è finita lì perché la donna si è rivolta alle guardie zoofile chiedendo come poter fare per non lasciar cadere nel vuoto quanto aveva visto. Una sua testimonianza, è quindi diventata quella denuncia depositata a inizio dicembre nella stazione dell’Arma a Cannaregio: primo passo di una vicenda giudiziaria destinata ad avere uno strascico ben più lungo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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