Il sindaco Brugnaro: «Ci sono danni per un miliardo, serve subito il Mose»

Sabato 16 Novembre 2019 di Alda Vanzan
Il sindaco Brugnaro: «Ci sono danni per un miliardo, serve subito il Mose»
8

VENEZIA - Ha coniato lo slogan Venezia nel cuore, la foto ritrae piazza San Marco in ammollo e c'è la promessa: Grazie al tuo aiuto tornerà a splendere.

Solo che sui social l'annuncio di un conto corrente intestato al Comune per raccogliere fondi dopo l'Aqua Granda di martedì 12 novembre - 187 centimetri, appena una spanna sotto i 194 di mezzo secolo fa - ha suscitato commenti divergenti. Chi ringrazia e chi si arrabbia. Uno su tutti: Caro il mio doge con il cavolo che verrei a Venezia: in estate vi lamentavate dei troppi turisti e bla bla.
Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, si aspettava commenti del genere?
«Ma li avete contati? Sono pochissimi, gente che per la maggior parte mette nomi di fantasia e la foto di un gatto. Il dato vero è che in tanti si stanno mobilitando e chiedono di aiutare Venezia, è per questo che abbiamo aperto il conto corrente. E c'è l'sms solidale della Protezione civile».
Toccherà a lei gestire l'emergenza di Venezia, il governatore Luca Zaia ha caldeggiato la sua nomina a commissario per il territorio comunale, mentre del resto del territorio regionale sarà lo stesso Zaia a occuparsene.
«Sì, Zaia l'ha chiesto espressamente. È la prima volta che l'incarico di commissario governativo viene assegnato a un sindaco».
C'è una prima stima dei danni?
«Siamo attorno al miliardo di euro. Quando tutto si asciugherà, si potranno capire con precisione i danni arrecati dall'acqua salsa alle abitazioni, alle imprese, ai negozi, al patrimonio culturale e artistico».
 


Quanti soldi arriveranno dal Governo?
«Ci sarà un primo stanziamento di 20 milioni di euro per gestire l'emergenza e far ripartire la funzionalità della città. Le cabine elettriche, i pontili, i pontoni. E se non dovessero bastare, sia il premier Giuseppe Conte che il ministro Paola De Micheli e il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli mi hanno promesso ulteriori stanziamenti».
Lo sa che tra i veneziani comincia a serpeggiare un certo fastidio nei confronto delle visite dei politici? Mercoledì Conte e De Micheli, giovedì ancora Conte e Berlusconi, venerdì D'Incà, Salvini, Franceschini, ora sono attesi Casellati e Lamorgese. Sono solo passerelle?
«Ma scherziamo! Vanno ringraziati per essere venuti di persona a rendersi conto dei danni provocati dalla marea e dal vento. E in primis io ringrazio il presidente della Repubblica. Sergio Mattarella mi ha chiamato poche ore dopo il disastro, mi ha detto: Sono a sua disposizione. È un messaggio importantissimo, vuol dire che lo Stato c'è e sa dell'importanza di Venezia. Così come è stata importante la visita di Berlusconi, con lui potremo presentare progetti internazionali per il consolidamento della città. Le relazioni internazionali mica si inventano, Berlusconi parla direttamente con Putin. E Venezia, che è di nuovo sotto gli occhi del mondo, deve dimostrare di riuscire a risollevarsi. Per noi è stato un onore e un orgoglio avere il sopralluogo del premier Conte, dei ministri, dei parlamentari».
Cosa deve fare chi ha avuto danni?
«Daremo tutte le indicazioni precise. Posso dire che ci saranno due procedure. Una più snella, una autocertificazione asseverata per contributi fino a 5mila euro per le famiglie e fino a 20mila per le imprese. E una per danni più ingenti con copertura fino al 70%».
Se martedì, quando c'è stato un metro e 87 di acqua alta, il Mose fosse stato in funzione sarebbe servito?
«Certo che sarebbe servito».
E non potevate approfittare di quella marea eccezionale per fare una prova?
«A me lo chiedete? Io non so nulla del Mose, quello che so lo leggo sui giornali. Il Comune è stato totalmente estromesso dalle dighe mobili».
E volete entrarci?
«Vogliamo che il Mose sia completato e vogliamo partecipare, sapere, essere informati. Voglio, non dico una data precisa della fine dei lavori, ma almeno un cronoprogramma. Per essere informato e per andare a vedere cosa fanno. L'occhio del padrone ingrassa il cavallo, si dice così, no?».
Però ha anche detto che il Mose da solo non basta.
«È tutto il sistema che deve essere completato. Le pompe idrauliche, l'impianto antincendio, lo scavo dei canali a partire dal Vittorio Emanuele che può diventare una seconda via di fuga a Malamocco. Perché la gestione del Mose riguarderà anche il porto e pure Porto Marghera. E va rifinanziata la Legge speciale, si deve poter finanziare l'acquisto di beni strumentali per chi lavora in centro storico».
Berlusconi durante la visita a Venezia sembra averla incoronata suo successore. Sarà lei l'erede del Cavaliere?
«L'erede di Berlusconi non c'è, io sono un povero lavoratore della vigna».
Alda Vanzan

Ultimo aggiornamento: 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci