Operata in ritardo, 55enne risarcita dall'azienda sanitaria di Padova con 800mila euro

Sabato 19 Marzo 2022 di Gianluca Amadori
Operata in ritardo, risarcita dall'azienda sanitaria di Padova con 800 mila euro

CAVALLINO TREPORTI - Un risarcimento di quasi 800mila euro per i gravi danni sofferti a seguito di un intervento chirurgico mal riuscito. Il Tribunale civile lo ha riconosciuto ad una donna di Cavallino Treporti a conclusione di una causa promossa dall’avvocato Giorgio Caldera di Mestre contro l’Azienda ospedaliera di Padova.

La sentenza si riferisce ad un’operazione di “sleeve gastrectomy” eseguita nell’ottobre del 2013 per via laparoscopica per agire sul tubo digerente riducendo la produzione di alcuni ormoni responsabili della fame ed aumentando invece la produzione di altri in grado di aumentare il senso di sazietà.

La paziente, all’epoca 55enne, fu dimessa dopo pochi giorni, ma subito accusò febbre molto elevata e all’inizio di novembre fu nuovamente ricoverata all’ospedale di Padova dove le fu riscontrata la formazione di una fistola operatoria e fu mantenuta in osservazione per poi essere nuovamente operata (ad un mese di distanza dal primo intervento), dopo il ricovero in terapia intensiva. A partire dal mese di gennaio 2014 si susseguirono diversi altri interventi e la donna rimase in reparto di terapia intensiva fino al mese di agosto, dopo un ulteriore peggioramento delle condizioni. Soltanto a settembre fu dimessa e si rese necessario il trasferimento al Civile di Venezia per la necessaria riabilitazione, proseguita fino al 31 gennaio del 2015.

La signora ha comunque riportato postumi permanenti che incidono, ancora ad oggi, sulla funzionalità motoria e sull’autonomia, tanto da necessitare di assistenza continua. Da allora, inoltre, non ha più potuto riprendere l’attività lavorativa. Per non parlare delle notevoli ripercussioni nella vita dei parenti. Per questo motivo è stata avviata una causa civile nel corso della quale è stata disposta una consulenza che ha concluso accertando la responsabilità dell’azienda ospedaliera di Padova per l’ingiustificato ritardo con cui fu trattata la complicanza operatoria e, quindi, per il pericolo di vita causato alla paziente. Il giudice ha riconosciuto il risarcimento sia dei danni diretti subiti dalla donna che di quelli “riflessi” patiti da marito e figlio per la lesione del rapporto parentale e lo sconvolgimento delle condizioni di vita. La sentenza è già passata in giudicato.
 

Ultimo aggiornamento: 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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