«Io, avvocato minacciato dalla Mala e costretto a nascondermi»

Martedì 28 Dicembre 2021 di Gianluca Amadori
Il blitz contro la nuova Mala del Brenta
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VENEZIA  - «Dopo più di due anni anni posso finalmente fare ritorno a Mestre! Ora che i componenti della nuova mala sono stati arrestati la mia incolumità non è più a rischio e avrò la possibilità di riprendere a praticare la professione». L’avvocato Giovanni Belsito è ancora provato per quanto ha vissuto a causa delle minacce ricevute da Loris Trabujo e dal fratello Denis, finiti in carcere all’inizio di dicembre anche per l’accusa di estorsione ai suoi danni.

Il legale in passato si era occupato della causa di separazione dalla moglie di Loris Trabujo, l’imprenditore nel settore del trasporto turistico del Tronchetto al quale i carabinieri del Ros contestano una lunga serie di attività criminali nell’ambito dell’organizzazione criminale di cui vengono indicati al vertice due componenti storici della banda dei mestrini, Gilberto Boatto, detto Lolli, e Paolo Pattarello.


Belsito aveva anche patrocinato la difesa di Denis Trabujo in un procedimento per ricettazione e in una vicenda nella quale era imputato per una sparatoria a Chioggia. Dagli atti dell’inchiesta Papillon emerge che i fratelli Trabujo pretendevano dal loro ex legale il versamento di 30 mila euro, sostenendo che si trattava di denaro a loro dovuto.


«Ma quale debito, non devo loro alcuna somma: sono io credito di 30 mila euro! Per la causa di separazione di cui mi sono occupato, a fronte di una parcella di 24 mila euro non ho mai ricevuto nulla, mentre per la difesa di Denis Trabujo ho incassato in tutto 2400 euro...». L’avvocato spiega che tutto prese il via da un pignoramento subìto da Denis Trabujo per il mancato pagamento degli alimenti familiari: «Legalmente c’era poco da fare se non rateizzare - precisa Belsito - La moglie stava per mandare la casa all’asta: quindi intervenne Loris a pagare i debiti del fratello. Successivamente, sapendo che avevo ricevuto una consistente eredità hanno tentato di estorcermi una grossa somma di denaro con minacce e intimidazioni modello mafia, fermando più volte familiari, tra cui mio figlio di 5 anni. Conoscendo la loro forza sul territorio, mi sono dovuto allontanare con la famiglia».

 
LA DENUNCIA


Il legale è deciso ad avviare una causa civile contro i Trabujo per quanto sofferto: «Ho dato mandato ad un noto studio: chiederò un risarcimento di parecchie centinaia di migliaia di euro, viste le mie entrate nel 2018, la chiusura forzata dello studio professionale nonché altre voci. Trabujo deve vergognarsi per quello che mi ha fatto». Grazie alle intercettazioni gli investigatori si erano resi conto fin dagli ultimi mesi del 2018 della pesante situazione in cui trovava l’avvocato Belsito, il quale successivamente si rivolse ai carabinieri per denunciare le minacce ricevute e quindi decise di lasciare Mestre per trasferirsi in una località segreta. «Hanno continuato a cercarmi fino all’ultimo - racconta l’avvocato - Per quanto ho vissuto sulla mia pelle si trattava davvero di un’organizzazione con metodi mafioso. Devo ringraziare i carabinieri per la professionalità con la quale hanno gestito la situazione, aiutandomi a mettermi al sicuro assieme alla mia famiglia”.
 

Ultimo aggiornamento: 07:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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