Sapeva quello che faceva quando uccise Maila: può avere l'ergastolo

Giovedì 26 Settembre 2019 di Gianluca Amadori
Sapeva quello che faceva quando uccise Maila: può avere l'ergastolo
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CAVARZERE - Quando ha brutalmente picchiato e ucciso la moglie, Maila Beccarello, Natalino Boscolo Zemello era capace di intendere e di volere. Lo ha stabilito la perizia effettuata dallo psichiatra Carlo Schenardi su incarico del gup di Venezia, Andrea Battistuzzi, che sta processando il trentaseienne di Cavarzere con rito abbreviato per l'accusa di omicidio volontario aggravato.
Le conclusioni del medico saranno discusse nell'udienza di lunedì prossimo, dopo essere state messe a disposizione del difensore dell'imputato, l'avvocato Andrea Zambon, e dei familiari della vittima, costituiti parte civile con gli avvocati Francesco Schioppa e Paolo Dalla Vecchia.
 
DISTURBO BORDERLINE
Nelle 38 pagine di cui è composta la sua relazione, il dottor Schenardi scrive che l'imputato soffre di un disturbo della personalità borderline, escludendo però qualsiasi forma di tipo dissociativo, compresa l'ipotesi di allucinazioni. Attraverso il racconto di Boscolo Zemello, raccolto nel corso di due colloqui in carcere, viene tracciato il profilo della personalità dell'uomo, caratterizzato da «affettività piatta... incentrato solo su se stesso... senza nessun senso di pietà per la vittima», né alcun senso di colpa. Un «bugiardo patologico» che, nell'agosto dello scorso anno, non è riuscito a contenere la rabbia (in mancanza di freni inibitori, annullati anche dall'utilizzo massiccio di sostanze stupefacenti) agendo con estrema violenza contro la donna. Parlando con lo psichiatra, Boscolo Zemello ha sempre cercato di accampare qualche scusa per l'accaduto: la colpa l'ha incredibilmente riversata alla stessa vittima, colpevole di aver scatenato la sua reazione violenta colpendolo con un tavolo per motivi di gelosia.
La responsabilità principale l'ha addebitata alle sostanze stupefacenti, sostenendo che era la moglie a procurargliele per tenerlo prigioniero in casa: il trentaseienne ha infatti dichiarato che da tempo voleva separarsi, dopo avere trascorso circa due anni agli arresti domiciliari, sempre in compagnia di Maila e della madre di lei, malata. 
VERSIONE INVEROSIMILE
Anche di fronte allo psichiatra, Boscolo Zemello ha continuato a sostenere una versione inverosimile ovvero di aver semplicemente colpito la donna con due schiaffi e un pugno, quando dall'autopsia, eseguita dal medico legale Antonello Cirnelli, è emerso che Maila è stata percossa con un bastone o una spranga, riportando gravi lesioni su tutto il corpo: costole fratturate, cranio rotto, così come il naso; tagli sulla coscia e sulla mano destra, conseguenti all'utilizzo di un coltello.
Alla domanda rivoltagli dal medico su cosa desidererebbe fare, Boscolo Zemello ha risposto di volere un lavoro che gli consenta di avere soldi sufficienti per fare una donazione ai gruppi di aiuto contro la violenza sulle donne: nel suo disturbo borderline, infatti, continua a considerarsi un non violento. Per l'uccisione di Maila rischia l'ergastolo.
Gianluca Amadori
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Ultimo aggiornamento: 11:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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