Luigi ​Brugnaro: «Facciamo lavorare i profughi per 10 ore e paghiamoli per 8»

Sabato 23 Novembre 2019
Luigi Brugnaro: «Facciamo lavorare i profughi per 10 ore e paghiamoli per 8»
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VENEZIA-  Mogliano Veneto, Double Tree Hotel, convegno della Cisl del Veneto sul rilancio delle Province. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, è previsto in scaletta per un saluto e tutti si aspettano il classico intervento di circostanza. Sbagliano. Perché Brugnaro, di fronte anche al sottosegretario all'Interno Achille Variati, vuole parlare di immigrazione e ha in serbo una proposta destinata a far discutere. Dice: «Propongo un modello di integrazione nazionale che coinvolga Porto Marghera. Gli immigrati che sono arrivati in Italia nei modi più rocamboleschi dovrebbero lavorare qui per dieci ore al giorno. Ed essere pagati per otto. Troppe dieci ore? Io ne faccio 16 da sindaco e gratis. I nostri emigrati ne facevano qualcosa di incredibile. Penso che ce la possano fare anche le persone che arrivano oggi in Italia, si tratterebbe di un'integrazione volontaria».
 
Il pensiero va alla Fincantieri, dove un'inchiesta della magistratura ha rivelato situazioni incredibili, dipendenti stranieri sfruttati, gente che lavorava anche 14 ore al giorno ed era obbligata a firmare buste paga false. E' questo il modello cui si riferisce Brugnaro? «Ma ci mancherebbe, alla Fincantieri sono stati commessi reati, tra l'altro a danno di cittadini che hanno la residenza da noi, forse addirittura la cittadinanza italiana. No, no, io al convegno della Cisl mi riferivo ai profughi che arrivano con i barconi e che per mesi vediamo bighellonare in giro perché aspettano di sapere se avranno le carte per fermarsi qui o no. Io dico: facciamoli lavorare. Paghiamoli otto ore al giorno, ma facciamoli lavorare una, due ore in più». Gratis? Per sempre? «Quelle due ore in più gratis, ma non per sempre».
IL PROGETTOBrugnaro ammette: quella lanciata a Mogliano è «una provocazione». Ma all'idea di fondo crede. Il sindaco la spiega così: «La mia proposta - tutta da costruire e analizzare nei dettagli - è di fare un accordo nazionale con il ministero del Lavoro, d'intesa con il Viminale, e affidarne la regia alla Regione. Ho proposto Porto Marghera, ma potrebbe essere qualsiasi altra area o anche un servizio specifico, ad esempio le pulizie negli ospedali. Ed è chiaro che sarebbe una sperimentazione».
Ma perché gli immigrati dovrebbero lavorare più di quanto verrebbero pagati? «Perché al momento non fanno niente, bighellonano in giro, arrivano con i barconi e aspettano che si dica loro se possono restare o no. Io sono per il blocco delle frontiere, ma le persone che sono arrivate non possiamo lasciarle a non far niente per mesi e mesi aspettando una carta. Io dico: mentre sono inq uesto limbo, facciamole lavorare. Nel frattempo si verifica se possono avere il permesso di soggiorno, le si identifica e, mentre sono al lavoro, si capisce se hanno voglia di integrarsi: se uno non si presenta al lavoro, è chiaro che non è venuto qua perché spinto dalla miseria, si fa presto a scoprire il lazzarone e a quel punto puoi già caricarlo su un aereo e spedirlo a casa».
Ma perché le ore in più di lavoro non pagate? «Se vuole integrarsi è giusto che faccia uno sforzo. Non sarebbe mica per sempre, solo per un periodo limitato. Lui impara un mestiere, viene pagato come da contratto, ma regala due ore di lavoro alla comunità, ad esempio fermandosi un po' di più in ospedale o in casa di riposo o nelle strutture pubbliche a pulire». E, citando la storia del Ghetto di Venezia, per secoli simbolo di segregazione e poi di integrazione, ha detto che «è arrivato il tempo di organizzare un nuovo modello prevedendo delle condizioni che nessuno ha mai proposto.
Alda Vanzan
(ha collaborato Mauro Favaro)
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