Brugnaro: «Grande Centro, la mia idea? Né con Sala né con Calenda»

Venerdì 24 Giugno 2022 di Angela Pederiva
Luigi Brugnaro
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VENEZIA - Ad ufficializzarlo è stato ieri mattina il presidente Roberto Fico: la compagine di Coraggio Italia alla Camera è stata sciolta, in quanto «non risulta più composta dal prescritto numero minimo di 20 deputati», tanto che i 18 componenti rimasti sono passati al gruppo Misto. «Ma a deciderlo siamo stati noi mercoledì sera, attenendoci al regolamento», puntualizza il leader fucsia Luigi Brugnaro.

Con un annuncio: «Dei fondatori resto solo io. Ci sono tanti percorsi legittimi, alcuni amici hanno preso altre strade. Invece io resto fedele al nostro progetto».


Dunque conferma le indiscrezioni sull'uscita di mariniani e totiani. È deluso?
«Ma no. Non ci vedo opportunismo, è libertà. Personalmente ho un'idea molto precisa del fare politica, legata alle competenze del lavoro, del fare, dell'economia. Una politica fatta in strada: voglio vedere la gente che va a suonare i campanelli. Poi ci sono modi altrettanto utili dentro il palazzo, ma per me un partito prima di tutto deve avere forza e radicamento nel territorio».


È vero che ora i parlamentari di Coraggio Italia potrebbero entrare nei gruppi di Insieme per il Futuro?
«Sciocchezze. Coraggio Italia ha un marchio registrato e uno statuto riconosciuto. Al momento rimaniamo in 7 a Montecitorio, ma ci sono colloqui in corso, per cui potremmo salire a 10 e dare vita a una componente nostra all'interno del Misto. Ad ogni modo non è un problema, perché è appena stata approvata la norma che esonera dalla raccolta delle firme per le prossime elezioni i gruppi che risultavano costituiti alla data del 31 dicembre 2021, come appunto Coraggio Italia. Quindi ci presenteremo alle Politiche».


Insieme a Di Maio?
«Non so cosa voglia fare Luigi. Di sicuro riconosco in lui una persona coraggiosa nell'aver cambiato idea. Capita spesso ai giovani quando entrano nel mondo del lavoro: si parte con le grandi idee, ma poi ci si scontra a muso duro con la realtà, che è diversa dall'utopia. Di Maio ha avuto l'incredibile coraggio di dire: ho sbagliato. Dopodiché sul piano istituzionale è per me un interlocutore importante. Ci siamo parlati per l'ipotesi di Mario Draghi alla presidenza della Repubblica, abbiamo collaborato sul tema della ricerca di energia alternativa, al Salone Nautico ci ha aiutati con finanziamenti e compratori tramite l'Ice, la sua struttura è stata fondamentale per la liberazione di Marco Zennaro».


Con chi farà allora il grande centro di cui tanto si parla?
«Noi siamo aperti a tutti quelli che vogliono fare le cose all'interno del centrodestra. Per essere chiari: l'idea del campo largo di Enrico Letta mi fa abbastanza preoccupare, perché è facile mettere insieme tutti alle elezioni, ma poi bisogna anche governare. Meglio dire le cose con chiarezza e fare quello che si promette, visto che gli elettori per un partito sono come i clienti per un'azienda: al massimo li puoi fregare una volta sola».


Si vocifera pure di un partito dei sindaci con Beppe Sala e Dario Nardella. Conferma?
«È una bellissima suggestione, che però nella realtà non si potrà mai concretizzare. Ci avevano già provato Massimo Cacciari e Bepi Covre, il problema è che tanti sindaci restano nella casa madre del loro partito».


L'opzione Giovanni Toti?
«Ha preso un'altra strada».


Clemente Mastella?
«Ha fatto il suo tempo».


Matteo Renzi?
«È un fuoriclasse, ma non credo che sia interessato».


Carlo Calenda?
«Lo stimo moltissimo. Ma se la sua idea di non essere né di destra né di sinistra è un'alleanza con Roberto Gualtieri... No, io rimango nel centrodestra e sono un civico che parla alla gente che non va più a votare».


Li ha scartati tutti. Coraggio Italia correrà da solo?
«Il lavoro di quest'anno ci dirà se siamo in grado di andare da soli, di sicuro noi proporremo la nostra presenza al tavolo del centrodestra, perché secondo me gli è utile. Abbiamo fatto il 5,23% a Verona, il 4,37% a Padova, il 16,04% a Mira, il 41,01% a Santa Maria di Sala».


Vi prenderete pure Mogliano Veneto, dato che il sindaco e altri 7 hanno lasciato la Lega?
«Davide Bortolato ed io siamo amici, tant'è vero che l'ho sostenuto alle elezioni. Mi dispiace tantissimo che ci siano litigi nelle case altrui, ma io non c'entro niente e smentisco accordi. Decideranno loro cosa fare».


Come finirà a Verona?
«Non faccio previsioni. Ma devo augurarmi che Federico Sboarina vinca. Per questo spero che si ricomponga la frattura con Flavio Tosi».
 

Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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