Lui è in Brasile, muore il padre. Il ministero: non può rientrare

Martedì 20 Aprile 2021 di Melody Fusaro
Marco e Salvatore Bertolino
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VENEZIA - La morte del papà non è considerata un motivo di inderogabile necessità. E così Marco Bertolino, veneziano di Quarto d'Altino che vive all'estero da qualche anno, resta bloccato in Brasile e non può organizzare né partecipare al funerale. A raccontare la vicenda è proprio Marco, figlio di Salvatore Bertolino, che per tanti anni aveva gestito un bar nel paese alla periferia di Mestre, stroncato da un infarto l'11 aprile all'età di 71 anni. «Il corpo è stato trasportato alla cella mortuaria del cimitero e io, che vivo all'estero da 10 anni, nel frattempo mi sono organizzato per il rientro e per venire a pianificare il funerale.

Purtroppo però il nuovo dpcm non consente ingressi dal Brasile. La cosa bizzarra è che sono cittadino italiano e che quindi mi proibiscono di tornare a casa mia»


LA DIPLOMAZIA
Bertolino si è quindi affidato al consolato italiano di Recife: «Mi ha dato ottimo supporto invitandomi a presentare al ministero della Salute la richiesta di autorizzazione di ingresso per situazioni di urgenza». Oltre ai moduli per la domanda e i documenti personali, la richiesta prevede di specificare il volo aereo e quindi Marco Bertolino ha organizzato il viaggio per sé e per la moglie, che lo avrebbe accompagnato in Italia per il funerale: «Ho comprato i biglietti aerei e ho inviato la documentazione richiesta». Ma la risposta del ministero gli ha gelato il sangue: Il suo purtroppo non è considerato un motivo di inderogabile necessità per il rientro in Italia, visto lo stato di emergenza non possiamo fare eccezioni.
«Già è straziante aver perso papà - commenta Bertolino - ma che il mio Paese non mi permetta di seppellirlo è inaccettabile e assurdo. È uno scandalo anche perché mio papà era vedovo e io sono figlio unico, non c'è nessuno che possa organizzare il funerale e risolvere per me tutte le questioni pratiche e burocratiche». La coppia, che si trova quindi bloccata in Brasile con un biglietto di un volo che non può prendere, ha tentato altre strade: «Ho provato a mettermi in contatto con la presidenza della Regione e con l'assessorato alla sanità ma non ho ricevuto risposta. Spero che qualcuno si sensibilizzi e che mi permetta di tornare per seppellire mio padre. Io ho seguito alla lettera il protocollo ma quanto è accaduto è incredibile e molto triste. E come è accaduto a me potrebbe capitare a chiunque. Quindi spero che, dalle istituzioni, qualcuno accolga il mio appello e si faccia carico di risolvere situazioni come la mia, anche perché temo che al 30 aprile questa disposizione sarà prorogata. Loro seguono il protocollo, lo capisco, ma a mancare è la sensibilità. Anche nella risposta: così, secca, fa molto male».
 

Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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