Luciano Pasotto, l'imprenditore in giacca blu alla Mille Miglia

Martedì 14 Dicembre 2021 di Vittorio Pierobon
Pasotto con la sua auto

La cavalcata è durata pochi anni, la passione per le corse in auto un'intera vita. Il rombo del motore come colonna sonora. Un ricordo indelebile che, a distanza di molti decenni, Luciano Pasotto, imprenditore veneziano, vuole condividere con la pubblicazione di un libro-intervista, scritto a quattro mani con Leonardo Mello. Il pilota in giacca blu (acquistabile solo in cambio di un'offerta all'associazione Hemove che si occupa del contrasto alle malattie reumatiche, per info segreteria@hemove.org), è un piccolo concentrato di emozioni vissute da White, lo pseudonimo che Pasotto aveva scelto per gareggiare, cercando di non farsi notare dai genitori che non vedevano di buon occhio questa passione.
«Era un fuoco che avevo dentro, il virus della velocità e dell'agone» raccolta l'ex pilota con la saggezza dell'ultra ottantenne che strizza l'occhio alle passioni di gioventù, donne e motori. È stata una giovinezza vissuta a cento all'ora, e anche di più, quella di Pasotto.

Dal brivido di correre con i pattini attaccato alle filovie a Verona, durante gli anni delle scuole elementari, alle gimkane in Vespa, ai rally in moto sui monti Lessini, fino alla prima garetta in circuito a Bovolone, con la disperazione del padre quando l'ha saputo.


CON IL MITO

Il mito a cui tutti guardavano, manco a dirlo, era quello di Tazio Nuvolari, la cui cugina era amica di famiglia. E un giorno proprio Tazio si è fermato sotto casa Pasotto, al volante di una Cisitalia 202, color panna per aspettare la cugina Milanda. Per Luciano è stato un segno del destino: «Proprio lui, in carne ed ossa, piccolo, elegante, vigoroso, sigaretta in bocca. Io sono rimasto letteralmente a bocca aperta a guardarlo». La prima vera gara è stata la cosa delle corse, la Mille miglia del 1958. Un'edizione particolare, perché l'anno precedente c'era stato un pauroso incidente, con una decina di morti, ed era stata messa sotto accusa la formula della gara che portava per le strade d'Italia bolidi che sfrecciavano con punte di velocità oltre i 200 all'ora. Basti pensare che il record della corsa era stato fissato dal britannico Stirling Moss, grande pilota di Formula uno, che aveva portato a termine la competizione in poco più di dieci ore, alla media di 160 all'ora! Dal 1958 per evitare incidenti le prove di velocità vennero limitate a brevi tratti a cronometro su strade chiuse.


ALL'AVVENTURA

Pasotto si iscrisse assieme all'amico Marco Carafoli che aveva da poco ricevuto in regalo dalla madre una Appia Zagato, vettura sportiva dalle grandi prestazioni. I due potevano contare sui consigli di Giancarlo Baghetti, futuro pilota Ferrari e amico di famiglia dei Carafoli. Tutto avvenne comunque in gran segreto senza che le famiglie sapessero. Luciano frequentava l'università a Losanna in Svizzera e all'epoca le comunicazioni erano complicate, bastava una telefonata alla settimana. Il padre credeva che fosse impegnato sui libri a preparare esami, mentre invece lui perlustrava le strade della Mille miglia. Per celarsi alle famiglie si erano iscritti con i nomi di White-Pasotto. Luciano contava sul fatto che il suo fosse un cognome piuttosto diffuso e che sfuggisse ai familiari. Per partecipare alla gara non servivano grandi requisiti, bastava avere la macchina e la patente. Che uno sapesse guidare bene, era un dettaglio.
E questo spiega i numerosi incidenti. Luciano Pasotto, sapeva guidare molto bene. Alla fine delle 32 ore ininterrotte di gara lui e White arrivarono secondi nella propria categoria, preceduti soltanto dalla coppia Cialy- Lorenzo Bandini, quest'ultimo futuro pilota Ferrari in Formula 1, morto nel 67 nel rogo della sua vettura durante il Gran Premio di Montecarlo. Nonostante il trucco delle pseudonimo, Pasotto senior scoprì che il figlio, invece di studiare in Svizzera, se ne era andato a correre per le strade d'Italia e decise di tagliare i rifornimenti. Solo soldi per studiare, niente extra. La carriera automobilistica di Luciano venne interrotta sul nascere completando gli studi.


LA JAGUAR IN GARAGE

Trasferitosi a Venezia, acquistò una Jaguar che teneva nel garage San Marco della famiglia Jarach. Proprio con il figlio dei proprietari del garage, Marco, fece il rally di San Giusto nel 61, mentre l'anno dopo, in coppia con l'industriale dei biscotti, Sergio Colussi, partecipò a quello dei Colli Euganei. Episodi estemporanei. Il ritorno di fiamma, anzi l'esplosione come pilota, avvenne nel 1967, in età matura, a 32 anni. Decisivo l'incontro con Eros Crivellari, titolare di un'autorimessa di fronte alla Stazione di Mestre, e deus ex machina della scuderia San Marco, in quegli anni la vera famiglia dei piloti del Veneto, che ha avuto come presidenti-mecenate prima il re dei profumi Angelo Vidal, poi l'imprenditore e paleontologo Giancarlo Ligabue. Furono quattro anni a tutto gas, prima con la Ferrari 275 Gtb di sua proprietà, poi con la Abarth Sport 1000 affidatagli dalla scuderia. Fu un susseguirsi di gare in tutta Italia e all'estero (in Francia a Le Mans, in Germania a Hockenheim, templi dell'automobilismo). Aveva rispolverato lo pseudonimo di White, che presto divenne molto noto a suon di vittorie. Era un pilota di successo, capace di giocarsela con campioni del calibro di Arturo Merzario, destinato a correre a sua volta in Formula uno. Il 1970 fu l'anno della consacrazione con il successo nella classifica finale del campionato italiano della categoria Sport. Una vittoria che poteva essere il trampolino di lancio per entrare nel giro dei piloti da F1. Invece Luciano Pasotto, alias White, a fine stagione, si sfilò la tuta da pilota per indossare l'abito blu, che amava sfoggiare sempre dopo le gare, e non fece più marcia indietro. «Avevo già 35 anni, mi ero tolto le mie soddisfazioni, avevo in parte placato quel fuoco che mi bruciava dentro. Era giunto il momento di pensare a cosa avrei fatto da grande». Anche in questo caso una carriera vincente, da imprenditore. In giacca blu, ma con la tuta sporca di olio del motore sempre nel cuore.

Ultimo aggiornamento: 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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