MESTRE - Per entrambi gli incarichi sono formalmente in scadenza, stante lo sbarramento imposto dalla legge dopo due mandati consecutivi alla guida della Regione e del Comune. Per Luca Zaia e Luigi Brugnaro, però, la stessa legge sembra prefigurare una proroga de facto di almeno un semestre. Lo si evince da un pronunciamento del ministero dell’Interno che, ancora a febbraio, aveva risposto a un quesito posto dal Comune piemontese di Moncalieri attraverso la Prefettura di Torino.
Il responso
La risposta del Viminale è stata chiara: Moncalieri tornerà al voto sei mesi dopo la scadenza naturale, nella primavera del 2026. La decisione, ripresa in questi giorni anche dalla Prefettura di Caserta e da altre amministrazioni locali, nasce in applicazione dell’articolo 1 (primo comma) della legge 182/1991 per il quale «le elezioni dei Consigli comunali si svolgono in un turno annuale ordinario da tenersi in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno, se il mandato scade nel primo semestre dell’anno, ovvero nello stesso periodo dell’anno successivo, se il mandato scade nel secondo semestre». Così anche Venezia, che confermò Luigi Brugnaro il 20 settembre 2020 a suon di voti, dovrebbe tornare alle urne solo nella primavera 2026. E, per analogia, lo stesso dovrebbe accadere per la Regione, anche se la legge sopra citata si riferisce alle solamente elezioni dei Comuni.
Sta di fatto che, in questi giorni, sia a Palazzo Balbi che a Ca’ Farsetti si attendono notizie ufficiali - se non un pronunciamento legislativo - dal ministero dell’Interno che faccia chiarezza sull’intera questione. Un interrogativo che, per inciso, è condiviso da altri 34 Comuni veneti che, come Venezia, andarono al voto nel settembre di tre anni fa. Ma lo slittamento delle urne dovrebbe riguardare anche i Comuni che, sempre per motivi legati alla pandemia, votarono nella tarda estate del 2021, e che tornerebbero così alle urne nella primavera del 2027.
Verso le Olimpiadi
La conseguenza dello slittamento del voto, nel caso di Zaia e Brugnaro, finirà per prolungare di un anno esatto i rispettivi mandati, se si somma la proroga disposta nel 2020 per motivi sanitari e quella ora in discussione per il dettato della legge del 1991. Una situazione che probabilmente non dispiacerà al presidente della Regione e al sindaco di Venezia, destinati a rimanere in carica nell’anno in cui il Veneto e il suo capoluogo ospiteranno con Milano le Olimpiadi invernali. Per le forze politiche di maggioranza e di opposizione, invece, ci saranno sei mesi in più per definire la successione di due protagonisti assoluti dello scenario politico.
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