Lorenzo Giustiniani, fu il primo a potersi fregiare del titolo di Patriarca di Venezia

Lunedì 6 Maggio 2019
Lorenzo Giustiniani nell'illustrazione di Matteo Bergamelli
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Questa è una storia di uomini, ma è anche la storia di una piccola isola della laguna con un grande passato. Un lembo di terra, San Giorgio in Alga, che ai primi dei Quattrocento divenne centro d'azione di una piccola congregazione aristocratica e che nel volgere di pochi anni produsse due papi Gregorio XII, ovvero Angelo Correr, e suo nipote Gabriele Condulmer, che divenne Eugenio IV e un patriarca, Lorenzo Giustiniani. Soffermiamoci su quest'ultimo, perché non fu uno dei tanti patriarchi che governarono la chiesa veneziana dalla sede vescovile di San Pietro di Castello: fu infatti il primo di tutti a potersi fregiare del titolo di Patriarca di Venezia. Giustiniani divenne poi santo e (cosa non troppo risaputa), anche patrono di Venezia assieme a San Marco e alla Santissima Annunziata.


Ma procediamo con ordine: Giovanni Giustiniani (che scelse il nome di Lorenzo al momento di prendere l'abito talare) nacque il primo luglio 1380, proprio mentre Venezia stava capovolgendo favorevolmente le sorti della Guerra di Chioggia contro Genova, da Querina Querini e Bernardo Giustiniani del ramo di San Moisè. Divenne sacerdote nel 1407 e fu priore a Vicenza e Lonigo, dove si distinse per le opere di riforma e di carità ma soprattutto si dedicò alacremente agli studi che furono alla base delle sue opere di carattere spirituale. Tre anni prima, assieme ad altri nobili (fra i quali Antonio Correr e i già citati Angelo Correr e Gabriele Condulmer, oltre allo zio Marin Querini), aveva dato vita alla congregazione dei Canonici di San Giorgio in Alga conosciuti anche come Celestini o Azzurrini della quale fu eletto priore e poi generale nel 1424. I Celestini da un lato professarono l'umiltà, il disprezzo del mondo, il digiuno e la preghiera; dall'altro furono però sempre fedeli alle politiche del governo veneziano. E in pochi anni acquisirono un prestigio enorme: l'esperienza di San Giorgio in Alga fu infatti il punto di partenza della riforma dell'Ordine benedettino, e si sostanziò presto nell'elezione nel 1406 di Angelo Correr al soglio papale. Questi portò con sé a Roma i suoi nipoti Antonio Correr e Gabriele Condulmer (eletto a sua volta nel 1431), dando così inizio a una dinastia di papi veneziani che giunse a compimento nel 1464 con l'elezione del nipote di Condulmer, Pietro Barbo (che divenne Paolo II).
Con la partenza dei compagni, Giustiniani acquistò presto un ruolo centrale nella congregazione. Schivo e propenso più all'ascesi che alla vita della chiesa, pubblicò nel 1419 la prima di una serie di opere teologico-spirituali caratterizzate da una profonda conoscenza della Scrittura e dei Padri della Chiesa e accettò a malincuore, l'11 maggio del 1433, la nomina a vescovo di Castello da parte dell'ex confratello divenuto Eugenio IV. Ma anche in questa occasione diede il meglio di sé, organizzando il corpo spirituale della chiesa veneziana e occupandosi anche di quello assistenziale, come nel 1447 quando profuse energie e azioni durante l'epidemia di peste, e già in vita finì per essere considerato santo, definito anzi omni sanctimonia ornatissimum (fregiato di ogni santità) addirittura in una lettera del Consiglio dei Dieci al papa nel 1454.
Quell'anno Gabriele Condulmer era già morto, e Lorenzo Giustiniani era divenuto Patriarca da tre anni, da quando Niccolò V nel 1451 aveva decretato il trasferimento della dignità patriarcale da Grado alla sede di Venezia. Morì l'8 gennaio 1456 e fu sepolto nella cattedrale di San Pietro di Castello. Assieme all'indubbio prestigio che gli derivava dalla sua scelta di vita ispirata all'assoluta povertà e alla castità, e rivolta interamente alla preghiera e alla riflessione sulla Scrittura, presto la devozione popolare lo indicò come santo da invocare contro la peste (specialmente nel corso di altre due epidemie, nel 1476 e nel 1480).
Ma sebbene il processo di beatificazione fu avviato nel 1472, la nomina a beato arrivò solo nel 1524 con Clemente VII; per la canonizzazione si dovette attendere invece che un altro veneziano salisse, più di due secoli dopo, sul soglio di Pietro: fu infatti Alessandro VIII, Pietro Vito Ottoboni, a concludere il processo nel 1690.
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