Lido di Venezia, un resort di lusso nell'ex ospedale al mare

Sabato 29 Febbraio 2020 di Michele Fullin
Lido di Venezia, un resort di lusso nell'ex ospedale al mare
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LIDO DI VENEZIA - Dalle ceneri dell'Ospedale al mare, prestigioso centro di cura nato negli anni Trenta al Lido di Venezia e che arrivò ad avere 1.400 letti, nasceranno un resort di lusso Club Med da 350 camere e un albergo 4 stelle superior da 180 camere.

Tra l'emergenza acqua alta di novembre, con la città che ancora si sta leccando le ferite, e quella più recente da coronavirus che ha causato il blocco totale dell'industria turistica, l'amministrazione veneziana del sindaco Luigi Brugnaro ha adottato la variante urbanistica che consentirà questa trasformazione. Che potrebbe costituire un volano economico fondamentale per il rilancio di quella che nella Belle Époque veniva chiamata l'Isola d'oro e che attirava nei suoi stabilimenti anche le teste coronate d'Europa. Attualmente le cose non stanno proprio così tanto che il Lido è rimasto, a differenza di tutte le altre spiagge venete, ai livelli di presenze turistiche degli anni Cinquanta. Gli altri, hanno invece più che decuplicato i numeri di partenza.



LA SITUAZIONE
In questo momento il complesso, affacciato sul mare, è abbandonato e in pieno degrado, essendo stato trasformato in rifugio per torme di sbandati, senza fissa dimora e spesso anche stranieri clandestini. Solo una parte funziona ancora come presidio sanitario (il cosiddetto monoblocco) e secondo il piano adottato dal Comune sarà destinato all'abbattimento per fare sulla spianata una grande piscina a raso. L'operazione, che dovrà essere autorizzata dal Ministero dei Beni culturali, ha già il parere positivo della Soprintendenza e ora anche del Comune, il quale ha messo per iscritto quasi tutte quelle garanzie che i comitati di cittadini chiedevano: il mantenimento del presidio sanitario in loco e con una superficie uguale o maggiore, la fruibilità pubblica della chiesetta e del teatro e l'assicurazione che nessuna operazione di abbattimento dell'attuale monoblocco inizierà prima di aver completato il nuovo distretto.

COSA SUCCEDE
La variante dovrebbe passare a fine marzo in Consiglio comunale, quindi Cassa depositi e prestiti potrà risolvere un passaggio fondamentale con l'Agenzia del Demanio (l'area del monoblocco non è stata ancora acquisita), dovrà presentare un progetto definitivo e se tutto filerà liscio potrà ritirare il permesso di costruire a fine anno. Una volta che le prime gru saranno posizionate ci vorranno circa tre anni di lavori per il completamento. 

LA SPESA
Il progetto di massima prevede il mantenimento dei padiglioni ospedalieri considerati di interesse storico dalla Soprintendenza, mentre i doppioni realizzati successivamente potranno essere abbattuti. Lo sviluppo immobiliare è destinato ad ospitare un albergo gestito dal gruppo TH Resorts e il resort Club Med, per un totale di 525 camere, con un investimento di 132 milioni di euro 9 dei quali in opere di urbanizzazione - interamente sostenuto dal Gruppo Cassa Depostiti e prestiti.

In tutto, un investimento da circa 200 milioni, fatto arrivare a Venezia dall'Agenzia di sviluppo per la città, presieduta dall'ex manager Fininvest Beniamino Piro. È lui ad aver trovato i partner e averli messi in contatto con il Comune per finalizzare un'operazione che è in piedi da vent'anni finora con esiti fallimentari. L'acquisizione dell'ex ospedale era stata portata avanti dalle passate amministrazioni veneziane per finanziare il progetto del nuovo palazzo del cinema del Lido che si sarebbe dovuto realizzare per il 2011 con un commissariamento speciale dello Stato e concluso con un buco milionario.



«Questo progetto di ampio respiro commenta l'assessore all'Urbanistica, Massimiliano De Martin - vuole dare un impulso decisivo al rilancio dell'isola, già avviato con la sistemazione definitiva dell'area del palazzo del Cinema e del Casinò, per anni caratterizzata dalla presenza della voragine generata dalla mancata realizzazione del nuovo Palacinema. Una volta che le strutture saranno a regime si prevede un giro d'affari di 14 milioni di euro l'anno e un impatto occupazionale di 500 nuovi posti di lavoro - conclude - . Andremo così a fare di un'area attualmente abbandonata, un esempio di rigenerazione non soltanto urbana ma anche sociale». Dulcis in fundo, nel complesso sorgerà anche la prima università in Italia dedicata alle specializzazioni del turismo.
Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 13:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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