La morte di Sissy, spunta una lettera segreta: «Casi gravi in carcere»

Giovedì 24 Gennaio 2019 di Nicola Munaro
La morte di Sissy, spunta una lettera segreta: «Casi gravi in carcere»
16

L'ha trovata papà Salvatore, mettendo a posto i cassetti della figlia Maria Teresa, per tutti Sissy, dopo che il 12 gennaio il cuore della 29enne agente di polizia penitenziaria del carcere femminile della Giudecca - in coma dall'1 novembre 2016 per un colpo di pistola esploso nell'ascensore dell'ospedale Civile di Venezia - aveva smesso di battere. E quel foglio, una lettera scritta a mano da Sissy Trovato Mazza, in stampatello, ora è parte del fascicolo aperto per induzione al suicidio (contro ignoti) dal sostituto procuratore veneziano Elisabetta Spigarelli.

GUARDA LA LETTERA CLICCANDO QUI 

La lettera era indirizzata all'allora direttrice del penitenziario della Giudecca, Gabriella Straffi. A lei l'agente Trovato Mazza si era rivolta con tutta l'intenzione di denunciare «fatti gravi che riguardano le mie colleghe» e che lei, ammette candidamente seppur preoccupata, visto il tono dello scritto, era venuta a sapere grazie alle confessioni che le avevano fatto «molte detenute». Episodi - o almeno questo è quello che si evince dal testo della lettera - così forti da mettere in seria crisi la gestione del carcere femminile di Venezia. Sissy, infatti, prima di venire trovata in fin di vita in un ascensore stava denunciando una serie di soprusi e di violazioni all'interno della struttura, avevano riferito più testimoni. Gli stessi che dicevano come le parole dell'agente calabrese non fossero però prese troppo in considerazione. Da qui la decisione di mettere tutto nero su bianco? Quello che resta da capire, e che ammanta di altro mistero una storia in cui sono più le ombre delle luci, è come mai quella lettera invece di trovarsi in un cassetto della direzione del penitenziario dell'isola di fronte a Venezia, Sissy l'avesse con sé.
L'INCHIESTA
«Sì, la lettera rinvenuta a casa di Maria Teresa Trovato Mazza e da lei scritta, ora fa parte del fascicolo d'indagine della procura», ha confermato ieri l'avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia della poliziotta penitenziaria. La missiva, però, non è ancora diventata oggetto d'indagine. Non fa parte, quindi, delle consulenze che il sostituto Spigarelli affiderà questa mattina sulla pistola d'ordinanza e sul personal computer di Sissy. Compito dell'esperto della procura sarà quello di trovare eventuali tracce di Dna sull'arma e ricostruire le operazioni effettuate con il pc nei giorni precedenti allo sparo dell'1 novembre 2016 e, soprattutto, in quelli successivi dal momento che il pc dell'agente era tornato alla famiglia completamente resettato. Con i dati personali del tutto cancellati.
NIENTE IMPRONTE
Mancano, poi, le impronte sulla pistola così come le tracce di polvere da sparo su entrambe le mani. Secondo l'avvocato Anselmo questa circostanza potrebbe avvalorare l'ipotesi che a utilizzare l'arma sia stato qualcun altro, che poi l'ha ripulita mettendola in mano alla vittima. Ciò spiegherebbe anche perché sulla mano destra di Sissy (quella con cui, nell'ipotesi della procura, la ragazza si sarebbe sparata) non è stato rinvenuta una quantità di polvere da sparo superiore all'altra. E ancora: sulla pistola non sono state rinvenute tracce di sangue. A riaprire il caso era stato il giudice per le indagini preliminari che il 30 ottobre scorso aveva respinto la richiesta di archiviazione.
 

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 12:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci