Confindustria Veneto Est. Leopoldo Destro: «Sì alla sostenibilità vera creeremo un'Academy»

Sabato 20 Maggio 2023 di Ario Gervasutti
Leopoldo Destro

Due grandi eventi hanno segnato la strada di Confindustria Veneto Est negli ultimi giorni: la seconda edizione della Settimana della sostenibilità e lo Space Meeting. Appuntamenti che hanno in comune molti più elementi di quanto si immagini. «Il nostro è un ecosistema formato da piccole, medie e grandi aziende - dice il presidente di Veneto Est, Leopoldo Destro -, ed è un mix fondamentale per questi ambiti.

Nell'aerospaziale le multinazionali trovano le eccellenze tecnologiche e innovative delle PMI, e queste ultime per la sostenibilità prendono come benchmark di riferimento le grandi imprese. Tutto il territorio deve essere sostenibile, non solo le aziende».


Ma sono ambiti "concreti" o si parla di visioni future, relativamente lontane?
«La valenza di questi eventi è proprio nel far capire la portata pratica di entrambi. Sostenibilità non è solo ambientale o energetica: è molto altro. È il tema centrale oggi nella governance sia delle aziende che del settore pubblico. E lo spazio non è un tema del futuro: già oggi usiamo tra le 25 e le 30 volte al giorno tecnologie di "origine" spaziale. Magari senza rendercene conto, come con i navigatori o gli orologi. Save ha appena presentato il masterplan che prevede i vertiporti per i droni in esercizio nel 2030, ovvero "domani". E questo comporterà un effetto a cascata anche sul traffico nelle strade: ecco come si incrociano tecnologia e sostenibilità».


Quale riscontro ha avuto dallo Space Meeting?
«Ne sottolineo uno in particolare: il coinvolgimento dei giovani. In modo molto concreto: la partecipazione delle Università venete, le startup. Lo stesso per quanto riguarda la Settimana della sostenibilità: su 1500 presenze, un terzo erano studenti. Confindustria Veneto Est aprirà un'Academy della sostenibilità per accompagnare le aziende e il territorio ad una completa sensibilità».


A proposito di sostenibilità ambientale: di chi sono le responsabilità per il ritrovarci periodicamente a fare i conti con disastri come quello dell'Emilia Romagna in questi giorni?
«Posso solo dire che ognuno ha le sue priorità. I fondi del Pnrr devono essere investiti anche per evitare queste situazioni. Il Veneto ha in agenda proprio questo utilizzo, la maggior parte dei fondi stanziati vanno in questa direzione di salvaguardia del territorio. Ma non tutti fanno così...».


Le azioni del governo in merito al Pnrr vanno nella direzione giusta?
«Bisogna recuperare il tempo perso anche per l'assestamento del nuovo governo. È giusto discutere con la Ue per ottenere alcuni cambiamenti. Un esempio: se non si riescono ad impiegare i fondi su un obiettivo, destiniamoli a integrare Industria 4.0 per fare sì che l'impresa sia agente abilitante per fare investimenti di sviluppo anche in termini di sostenibilità energetica e digitale. Quindi scontare con il credito d'imposta o la defiscalizzazione, e riportare il super ammortamento a valori più alti di quelli attuali».


È probabile che alcune regioni siano contrarie a questa opzione...
«È ovvio che speriamo che tutti riescano a investire bene questi soldi, magari trovando le giuste formule di snellimento burocratico. Ma questi fondi vanno investiti: bisogna essere pragmatici e realisti».


La politica dei bonus può servire ancora?
«No, è fine a se stessa. Incentivare lo sviluppo è un'altra cosa. Industria 4.0 non è un bonus».


Sull'aumento dei prezzi quanto incide l'inflazione reale e quanto la speculazione?
«Finché l'inflazione rimane così alta, i tassi continueranno a salire e questo frena gli investimenti, che sono l'unico indicatore di cui dovremmo preoccuparci. Con i tassi così alti, con Industria 4.0 che è venuto meno, i mercati rallentano. I tassi non devono salire più di così, basta. Penalizzano aziende e famiglie».


Ha la sensazione che tra l'Europa e la realtà dei territori ci sia incomunicabilità?
«C'è sicuramente una distanza che si concretizza in una serie di mozioni in cui prevale l'ideologia. Bisogna essere più presenti a Bruxelles e far capire le esigenze del mondo produttivo e delle famiglie. In Europa oggi si percepisce avversità verso le imprese, ad esempio cavalcando in modo ideologico temi come la sostenibilità, a vantaggio di Cina e Usa. La sostenibilità va deideologizzata».


L'occupazione è o non è un problema?
«Il tasso di disoccupazione in Veneto è ai minimi storici. Le aziende prevedono di assumere da qui a luglio 145mila persone, di cui 46mila nell'industria. Ma questo va di pari passo con la difficoltà di trovare sia quantità che qualità nei lavoratori: manca il 70% di specializzati».


È colpa degli stipendi troppo bassi?
«È più una narrazione che una realtà. Le aziende hanno capito che il tema del salario è importante. Ma i giovani oggi guardano anche la proposta nel suo insieme: sia personale di crescita all'interno delle aziende e cosa si prefigge nei prossimi anni. Il tema del welfare è importante».


L'immigrazione è una soluzione?
«Va affrontata senza slogan. Sono convinto che si potrebbe gestire velocemente con flussi migratori regolati e regolari».

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci