Contrordine padani: i consiglieri regionali veneti della Lega, quantomeno quelli nuovi arrivati a Palazzo Ferro Fini nel 2020, sono in regola con i versamenti al partito. Restano dei casi eclatanti - più di 100mila euro mancanti da parte di soli quattro consiglieri/assessori - ma i più hanno versato il dovuto. Solo che per dimostrarlo hanno dovuto cercare le ricevute dei vecchi bonifici e mandare tutte le carte al partito. È stato così che a Padova, nella sede della Lega, a metà pomeriggio si è scoperto l'errore. E al Ferro Fini è arrivato il contrordine: non mandate più documenti, c'era un errore nel foglio excel. Il che ha fatto infuriare ancora di più i presunti inadempienti: «Additati di scorrettezza e invece eravamo a posto».
DUE RIUNIONI
Ieri a Palazzo Ferro Fini era giornata di consiglio regionale, seduta convocata alle 10.30 ma iniziata solo dopo le 11 a causa di una riunione della Lega.
Chi non voterà al prossimo congresso regionale saranno i morosi accertati. "Riabilitati" i consiglieri regionali dei 3mila euro, al partito risultavano - e in alcuni casi ancora risultano - delle posizioni debitorie pesanti: Fabrizio Boron 52mila euro, Federico Caner 40mila, altri ancora "sotto" di 15/20mila euro. Pare, inoltre, che per le ultime Politiche fosse stata aperta una sottoscrizione da 3mila euro a testa: solo in due al Ferro Fini avrebbero contribuito.
LA RACCOMANDATA
Oltre alle morosità nella Lega continua a tenere banco il tema delle espulsioni. Al momento si tratta di 11 persone: a Padova il consigliere regionale Fabrizio Boron, Tiziana Gaffo, Massimiliano Bertazzolo, Michele Rettore; a Vedelago (Treviso) Cristina Andretta, Marco Perin, Fabio Ceccato, Roberto Nicoletti, Luca Ballan, Francesca Laner, Vanna Sartoretto. A Sona (Verona) aperti due fascicoli a carico dell'ex sindaco Gualtiero Mazzi e di Palmerino Zoccatelli. Altri 11 leghisti a Motta di Livenza (Treviso) hanno giocato d'anticipo dimettendosi. Il punto è che, finora, i provvedimenti non sono stati notificati. Ed è così che Boron ha inviato una raccomandata al consiglio federale, al comitato disciplina e garanzia e al direttivo veneto della Lega: una sorta di "impugnazione preventiva" dal momento che all'interessato non è arrivato alcuna contestazione né sono state chieste audizioni o memorie. Non solo: Boron ha anche chiesto che venga aperto un procedimento disciplinare nei confronti di chi ha dato la notizia della sua espulsione ai giornali prima ancora che la stessa venisse notificata all'interessato.
IL VOTO
Quanto al congresso, tutto tace. Risultano però manovre per convincere Roberto Marcato e Franco Manzato a trovare un accordo: uno dei due dovrebbe ritirarsi oppure entrambi dovrebbero convergere su un terzo contro Alberto Stefani.
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