Le vetrine dei negozi sfitti di Mestre dipinte di verde, un grido contro il degrado

Mercoledì 11 Maggio 2022 di Elisio Trevisan
Il "sigillo" di Freak of nature
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MESTRE - Ha contato circa 280 negozi sfitti, ne ha marchiati 143 camminando dalla stazione di Mestre fino a piazza Ferretto e dintorni. Freak of Nature, così si fa chiamare l’artista writer che segna le vetrine vuote con pennellate di strisce verdi per richiamare l’attenzione sul messaggio «la morte dei luoghi diventa morte umana», è arrivata anche a Mestre. «Del Veneto mi manca solo Verona. - spiega la performer - Mestre non l’avevo messa in programma, fatta Venezia pensavo di aver finito in quest’area e invece mi sono resa conto che è imprescindibile, non si può vedere solo il centro storico veneziano, come non si possono vedere solo le altre città venete senza vedere Mestre». Freak of Nature, scherzo della natura, da 15 anni si occupa di “abbandoni”, cominciando col segnalare gli ecomostri e poi spaziando su altri temi (ad esempio stendendo un tappeto sul ponte di Bassano quando era abbandonato in attesa della ristrutturazione), e in questa fase si sta occupando dei negozi sfitti quali fantasmi di vite collettive dei clienti che li frequentavano. 
 

LE TAPPE
È stata a Vicenza, Bassano, Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Mestre: conta i negozi vuoti e sigla le vetrine con questi segni verdi della pianta di bambù accompagnati da un numero progressivo e dalla scritta sfitto. Non è vernice quella che usa, con l’acqua viene via ma lei spera che la sua street art rimanga impressa fino a che il negozio non tornerà a vivere. «Mestre è stata una sorpresa, un po’ per il grande numero di negozi sfitti simile a Padova; ma qui addirittura nella piazza centrale ci sono vetrine abbandonate. Ed è stata anche una sorpresa piacevole per il suo centro storico, piccolo ma così bello, con quello stupendo cinema liberty abbandonato nella piazza Ferretto. E poi, invece, c’è la periferia, terrificante, diversa da tutte le altre che ho visto. Prenderei tutti i bassanesi, bellunesi, vicentini e altri, quando parlando di degrado urbano, e li porterei in visita alla periferia di Mestre». Non serve andare in periferia per vedere il degrado, è sufficiente camminare in via Piave. «È la strada che parte dalla stazione? Sì, in effetti, Mestre ti sbatte in faccia quel che è, appena scendi dal treno. - continua Freak of Nature - Altre città magari riescono a nascondere le situazioni più degradate, ma a Mestre è subito evidente: dalla stazione verso il centro non puoi non renderti conto di chi hai a fianco quando cammini. Contemporaneamente, però, ci si rende conto che è una città ancora abbastanza viva, ci sono anche i turisti che di sera girano per i locali barcamenandosi tra uno spacciatore e l’altro». I turisti, però, non visitano Mestre, ci dormono per andare a vedere Venezia. «In effetti quella è l’impressione. Per chi viene da altrove, come me, l’idea che si ha di Mestre è quella di una città grigia, una periferia di Venezia senza identità. E invece, visitandola, ci si rende conto che non è così. È un peccato che non abbia attrazioni o che non le sappia proporre. È un peccato anche perché, così, l’impressione è che Venezia e Mestre si impoveriscano a vicenda». L’artista coinvolge vari cittadini e questi le danno una mano segnalando luoghi e aiutandola nelle performance. 
 

L’OBIETTIVO
Freak of Nature spiega che usare la numerazione progressiva traccia un percorso nuovo per chi lo segue, dando vita a un itinerario alternativo, un modo originale di vedere la città, e dipinge il bambù perché è simbolo di vita ed è una pianta altamente infestante, sperando di promuovere così un dibattito tra i cittadini, le istituzioni, le categorie: «Non ci sono collegamenti con movimenti o gruppi politici.

Girare la città e osservarla, semplicemente fa capire quanto sia vuota: si vede che stiamo attraversando un momento di forte difficoltà. L’idea è quella di riprendere la vita notturna e riappropriarci degli spazi».

Ultimo aggiornamento: 07:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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