Le ultime ore di vita di Francesca: il giro
nei locali, gli spritz e poi il metadone

Mercoledì 7 Novembre 2012 di Gianpaolo Bonzio
Francesca Dri (foto archivio)
VENEZIA - Subito dopo il ritrovamento della ragazza morta abbiamo sentito gli amici che avevano trascorso con lei le ultime ore di vita. E da queste prime testimonianza emerso il quadro completo di quella serata. Marco Odorisio, capo della squadra mobile di Venezia, dopo giorni di lavoro e di verifiche sottolinea il duro impegno dei suoi uomini per cercare di arrivare alla conclusione di questa delicata indagine.



«Quella notte - aggiunge il dottor Odorisio - abbiamo subito raccolto le testimonianze dei ragazzi e siamo così rapidamente risaliti alla sua amica trentenne Anna, con la quale Francesca Dri aveva trascorso la prima parte della serata». Un dramma che ha colpito tutta la città e anche ieri la famiglia Dri si è chiusa nel dolore.



Secondo l’indagine della squadra mobile, Francesca aveva trascorso il pomeriggio con l’amica in alcuni locali tra Rialto e San Marco. Qui le due amiche avrebbero bevuto qualche spritz e del vino bianco. L’indagine ha poi stabilito che in un secondo momento le ragazze si sono recate direttamente nell’abitazione dell'amica. Nella casa, insieme ad alcune birre, sarebbe avvenuta l’assunzione del metadone, sostanza molto pericolosa.



Verso le 23.30 le due ragazze si sono incontrate con altri amici a Rialto. Francesca stava già male e per questo ha avvisato i suoi genitori che sarebbe rimasta a dormire dal suo compagno, a Cannaregio. Mentre gli amici si sono messi a giocare a Monopoli, Francesca si è addormentata e il suo corpo, privo di vita, è stato scoperto solo la mattina dopo. Quando la squadra mobile è riuscita a ricostruire questo quadro indiziario ha immediatamente iscritto nel registro degli indagati l’amica di Francesca. Si spiega così la decisione della Procura di far slittare di alcuni giorni la data dell’autopsia in modo tale da fare partecipare anche la difesa della indagata.



«Il metadone - conferma Odorisio - se viene assunto da una persona che non è abituata può arrivare a provocare anche il decesso». Va poi ricordato che fin dalle prime battute anche la Procura, nominando un tossicologo forense, aveva intuito che alla base di questo drammatico decesso c’era l’assunzione di qualche sostanza nociva per la salute e riconducibile, come è poi avvenuto, al mondo della droga. (Ha collaborato Tullio Cardona)

Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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