MESTRE - Lavoro e imprese, quale futuro? Il rischio che dal prossimo autunno torni ad aumentare in misura preoccupante il numero di fallimenti delle imprese è alquanto probabile. A dirlo è l'Ufficio studi della Cgia di Mestre.
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Con una specificità tutta italiana, per molte di queste imprese - rilevano gli Artigiani - la chiusura definitiva non sarà causata dall'impossibilità di pagare i propri debiti, ma per crediti inesigibili, ovvero per insolvenze in grandissima parte imputabili alle inadempienze della nostra Pa. Se guardiamo la serie storica degli ultimi 10 anni, il picco massimo delle «chiusure» è stato raggiunto nel biennio 2014-2015, ovvero 1,5/2 anni dopo la crisi del debito sovrano che ha colpito pesantemente l'Italia. Pertanto, come in tutte le recessioni, gli effetti si esplicitano successivamente. Cosicché, dopo le difficoltà causate dal Covid nel biennio 2020-2021 e a seguito degli effetti negativi riconducibili alla guerra in Ucraina scoppiata verso la fine di febbraio, a partire dal prossimo autunno il numero dei fallimenti, a giudizio della Cgia, potrebbe tornare a crescere e subire una brusca impennata nel corso del 2023.
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