ERACLEA - «Questo progetto è sicuramente migliorativo rispetto a quanto era stato previsto in passato, tuttavia ci preoccupa molto l'impatto sull'area del Mort». Maurizio Billotto, vice presidente di Legambiente Veneto, non nasconde la preoccupazione degli ambientalisti per il nuovo parco rurale che potrebbe sorgere a Valle Ossi e chiede un piano di gestione ben preciso per la laguna del Mort.
PIANO URBANISTICO
Nei giorni scorsi la Giunta comunale ha approvato la variante al Piano urbanistico attuativo di Valle Ossi, un intervento previsto nell'area di 250 ettari sospesa tra la laguna del Mort e la foce del Piave. Di fatto, il Comune ha dato il via libera alle osservazioni indicate dalla Regione, dando forma al progetto che ora dovrà concludere tutto il suo iter in Regione per arrivare alla sua realizzazione nel 2024. Si tratta di un intervento dal valore di 100 milioni di euro, che permetterà la realizzazione di un villaggio turistico a 5 stelle in grado di accogliere 14mila presenze giornaliere.
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L'ALLARME
Ed è proprio questo uno degli aspetti che più preoccupa gli ambientalisti. «Alcune delle nostre osservazioni spiega Billotto sono state anche recepite, tuttavia resta il nodo irrisolto, quello legato alle numerose presenze e il relativo impatto sull'area del Mort. Oggi quella laguna è devastata da una frequentazione che ha reso quest'area impraticabile.
AREA DEVASTATA
«Noi chiediamo l'esatto contrario di quanto accade ora conclude Billotto , ovvero di una frequentazione senza regole, composta anche da vandali che gettano rifiuti e distruggono i sentieri». La questione è destinata a diventare anche un caso politico. Dai banchi di opposizione a intervenire è Danilo Biondi, capogruppo di Vivere Eraclea: «Abbiamo appreso dell'approvazione della variante solo dai giornali afferma Una maggiore condivisione con le opposizioni sarebbe stata auspicabile: stiamo parlando del progetto più importante degli ultimi anni per il paese. Chiediamo chiarezza su come verrà impiegato il beneficio che il Comune ne ricaverà: ci auguriamo che la questione venga affrontata in Consiglio».
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