Ladri subito liberi, avvocati contro la riforma Cartabia: «Uccidono i processi per i soldi del Pnrr»

Sabato 7 Gennaio 2023 di Gianluca Amadori
Ladri subito liberi, avvocati contro la riforma Cartabia: «Uccidono i processi per i soldi del Pnrr»

VENEZIA - «Questa riforma non ci piace: è di stampo dirigista e centralista, non è stata negoziata con l'avvocatura e dal punto di vista della civiltà giuridica contiene più ombre che luci. Porta il nome della ministra Cartabia, ma è evidente che è stata scritta dai tanti magistrati che lavorano in via Arenula».
È fortemente critica la posizione del presidente della Camera penale di Venezia, Renzo Fogliata, sulle novità della giustizia penale entrate in vigore alla fine dell'anno. «Per prendere i soldi del Pnrr si dà una dura mazzata al processo, sacrificando i diritti dei cittadini, all'insegna di un'ipotetica velocità ed efficienza, e umiliando il ruolo della difesa».

Fogliata ricorda che l'avvocatura aveva partecipato attivamente alla Commissione Lattanzi, le cui conclusioni non sarebbero state tenute in considerazione, se non in minima parte. «La riforma è uscita dal ministero completamente stravolta - spiega il presidente della Camera penale veneziana -.

Invece di potenziare le strutture degli uffici giudiziari si è scelta la strada di scaricare gran parte degli oneri sugli avvocati e di introdurre norme che rivelano una vera e propria ossessione nel voler salvare a tutti i costi gli atti compiuti dagli uffici giudiziari, anche a scapito dei diritti delle persone sottoposte alle indagini».

PROCESSO TELEMATICO

Fogliata si riferisce all'accelerazione impressa al processo telematico, attraverso un'informatizzazione che scarica gran parte degli oneri sulle parti processuali. Con alcuni paradossi: «È previsto il deposito telematico degli atti, ma con obbligo di rispettare gli orari di apertura delle cancellerie, peraltro sempre più ridotti e diversi da tribunale a tribunale, quando la trasmissione telematica potrebbe avvenire in qualsiasi momento entro la data di scadenza. Incomprensibile, poi, il fatto che sia il difensore a dover fornire prova di aver cercato di inviare telematicamente un atto nel caso di malfunzionamento del sistema...».
I punti critici sollevati dalle Camere penali riguardano anche il processo a distanza, dopo la sperimentazione del periodo Covid. «È diventato la regola e il giudice può decidere di acquisire da remoto anche testimonianze. Ma nel processo penale il contatto umano è imprescindibile: è così dallo Scudo di Achille in poi. È frustrante che un principio cardine sia stato cancellato con un tratto di penna».

DIFESA FRUSTRATA

Sotto accusa anche il processo cartolare, svolto in camera di consiglio senza la necessità di intervento degli avvocati, a meno che non ne facciano esplicita richiesta: «Il processo diventa sempre più scritto e sempre meno pubblico - sottolinea Fogliata -. È il tramonto di una civiltà giuridica, l'appiattimento del ruolo della difesa che si vuole sempre più compiacente e collaborativa, meno capace di contrastare il potere dello Stato. In questa direzione va anche l'estensione della giustizia riparativa, che pure ha aspetti positivi: l'accertamento del fatto diventerà residuale per privilegiare percorsi alternativi. Il tutto spostando la giustizia verso la vittima del reato, figura che si carica di significato etico, mentre fino ad oggi nei confronti della parte offesa l'approccio era tecnico».

Al presidente della Camera penale non piace neppure la forte limitazione alla possibilità di appello introdotta attraverso l'ampliamento dei criteri di inammissibilità dei ricorsi: «Tutto sarà deciso fuori dalle aule: la giustizia sarà sempre più burocratica e meno giudiziaria. Le nostre proposte erano ben diverse, più attente ai diritti dei cittadini. Ora che la riforma è entrata in vigore non ci resta che avviare interlocuzioni con la magistratura affinché l'applicazione delle nuove norme sia rispettosa dei diritti».
 

Ultimo aggiornamento: 17:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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