La morte di Alberto Clementi, il campione stroncato da un'overdose di cocaina

Domenica 24 Gennaio 2021 di Monica Andolfatto
Alberto Clementi
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CAORLE (VENEZIA) - Overdose da cocaina. È stata la droga a uccidere l’ex campione di body building Alberto Clementi. Ad accertarlo gli esami tossicologici disposti dalla Procura di Pordenone per stabilire le cause del decesso del culturista di 49 anni, avvenuta a Caorle nella notte tra l’11 e il 12 dicembre dello scorso anno.


La notizia è trapelata in questi giorni.

Clementi, ospite da circa un mese nell’appartamento di un’amica, si è sentito male in bagno. Quando la donna è andata a chiamarlo perché tardava, era ormai troppo tardi: prima ha provato ad aprire la porta chiusa a chiave, forzando la serratura con un coltello, poi ha allertato i soccorsi. Lo hanno trovato sul water seminudo con sangue alla bocca e al naso; sopra il piano della lavatrice tracce di polvere bianca del tutto simile appunto alla cocaina. Sul posto oltre agli operatori del Suem e ai vigili del fuoco, anche i carabinieri della locale stazione e del comando di Portogruaro.


L’AUTOPSIA
L’autopsia eseguita dall’anatomopatologo Antonello Cirnelli, su incarico dell’autorità giudiziaria, aveva evidenziato alla base dell’arresto cardiocircolatorio una vasta emorragia che non ha lasciato purtroppo scampo al 49enne. Le indagini immediate disposte dal sostituto procuratore Marco Faion avevano portato al sequestro anche di diversi farmaci e integratori rinvenuti nell’appartamento al terzo piano del condominio di via del Quadrante nella cittadina balneare. Di qui l’esigenza di chiarire se a stroncare Clementi fosse stato un malore improvviso o l’utilizzo di stupefacenti o di medicinali o un eventuale mix di sostanze. Per questo si è reso necessario l’intervento della professoressa Donata Favretto, chimica farmacologica del Laboratorio di tossicologia dell’Università di Padova, la quale ha analizzato i liquidi e i tessuti prelevati dal cadavere.
L’esito degli esami non ha fatto altro che confermare l’ipotesi iniziale, tanto che lo stesso pm aveva aperto un fascicolo per il reato di “morte come conseguenza di altro delitto” ai sensi dell’articolo 586 del Codice penale. Da quanto appreso non si era esclusa nemmeno la pista del doping, soprattutto alla luce del fatto che nei mesi precedenti si era registrata la morte di diversi body builder che avrebbero ingerito sostanze dopanti.


LA CACCIA
Ora è caccia allo spacciatore che ha venduto o comunque procurato la cocaina a Clementi, il quale pare non fosse un consumatore abituale, attento come era alla cura del suo fisico che rappresentava il miglior biglietto da visita per il suo lavoro. L’atleta infatti gestiva la palestra “Valchiria Gym” di via Perugia sempre a Caorle, punto di riferimento per il mondo del culturismo. Perché Clementi era uno dei grandi nomi di questa disciplina sportiva grazie a una carriera costellata da tanti successi in campo nazionale internazionale e alla sua indole gentile e altruista. La sua consacrazione avvenne nel 2001, a Barcellona, dove si aggiudicò nella categoria “piccole taglie” i mondiali della Wwb, la World Body Building Association, sbaragliando la concorrenza di altri 50 aspiranti. Dopo poco più di un decennio nel 2013, a Peschiera salì sullo scalino più alto del podio mondiale nei mediomassimi, facendo suo anche il titolo assoluto di miglior culturista italiano dell’anno. La sua scomparsa ha suscitato unanime cordoglio non solo fra gli sportivi e gli appassionati ma anche nell’intera comunità di Caorle che si è stretta al dolore dei familiari.

Ultimo aggiornamento: 17:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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