Koba, il ladro dei cento colpi incastrato grazie alla sua auto

Venerdì 13 Settembre 2019 di Davide Tamiello
Koba Korsantia, 42enne georgiano, all'opera durante uno dei suoi furti
MESTRE - Incastrato dalle immagini delle telecamere e dall’auto. Già, perché incredibile a dirsi, ma un ladro così accorto e dalla mano delicata come Koba Korsantia, il 42enne georgiano arrestato dalla polizia per aver messo a segno una quindicina di colpi in centro a Mestre (e sospettato di essere collegato a un’altra novantina di furti commessi con tecnica analoga), ha commesso un errore da dilettante. L’uomo, infatti, tanto era bravo a entrare nelle case senza lasciar traccia, tanto aveva sottovalutato l’importanza di spostarsi con un mezzo che non fosse riconoscibile. In uno dei suoi tour notturni, infatti, la polizia era riuscita a intercettare un’auto allontanarsi dalle vicinanze di uno dei condomini colpiti, una Alfa Romeo 159 Sportwagon.
 
Una volta verificata la targa, i poliziotti hanno capito di aver fatto tombola: l’auto, infatti, era intestata alla compagna di Koba, una connazionale di 41 anni regolare in Italia. L’Alfa veniva parcheggiata in zona (ci saranno ulteriori accertamenti per capire se la donna fosse al volante) e poi, Korsantia si spostava a piedi: cercava di entrare nei condomini con più appartamenti, per confondere meglio le acque, e da lì iniziava, riuscendo ad aprire anche tre o quattro porte blindate per notte. La compagna sicuramente aveva un ruolo nell’attività criminale: era lei a fornire i documenti ai vari compro oro per piazzare la refurtiva. Al momento, la donna risulta indagata a piede libero. Korsantia, invece, è in carcere e oggi verrà interrogato dal giudice. 
I COLPI 
I furti contestati (quelli che, cioè, secondo le forze dell’ordine sarebbero stati messi a segno sicuramente da Korsantia) partono il 25 gennaio. Korsantia, in questo caso, era stato chirurgico: entrato nell’appartamento, con la solita tecnica di far saltare la serratura con una tessera di plastica, aveva preso solamente i soldi dentro al portafogli. Il 14 febbraio, in un’altra casa, aveva trovato un altro portafogli e un Ipad, mentre undici giorni dopo, in una casa di via Verdi, era stato sorpreso dalla residente ed era fuggito a mani vuote. Il 21 marzo invece gli era andata meglio ed era riuscito a tornare con un bottino carico di gioielli, tablet e contanti. Il 27 aprile aveva fatto un tentativo, ma la porta, chiusa questa volta con il chiavistello, gli aveva impedito di entrare. Il 22 aprile, invece, era riuscito a rubare persino una tessera bancomat con i codici: nella notte, aveva quindi messo a segno tre prelievi da 250 euro l’uno. Dal 6 al 16 marzo, invece, in vari compro oro della città, aveva venduto merce provento di altri cinque diversi furti d’appartamento. Le immagini del bancomat, come quelle delle webcam dei sistemi di sicurezza interna delle case, hanno dato alla polizia anche un volto su cui lavorare. Lavoro che, almeno per oro, si è concluso con l’ordinanza di custodia cautelare eseguita martedì.
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Ultimo aggiornamento: 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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